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Corriere Della Sera

Usa, il vino italiano balle tutti i record ... Esportazioni per un miliardo di dollari. Doppiati gli eterni rivali francesi. Nel 2006 per la prima volta superati i due milioni di ettolitri venduti. A fare da traino la moda, la cucina e il design. «La crisi degli anni ‘90? Dimenticata»... È la rivincita definitiva del made in Italy sull’eterno concorrente francese. Oltre alla moda, cucina e design, il Bel Paese torna ad umiliare la Francia anche sul terreno a lei più caro: i vini. Dopo il sorpasso in Usa dei nostri vini sui francesi - avvenuto nel ‘75 - ieri da New York la notizia di un altro record storico. Nel 2006, per la prima volta, l’Italia ha superato il miliardo di dollari con ben due milioni d’ettolitri nelle esportazioni vinicole verso gli States. «E' un trionfo, impensabile fino a pochi anni fa», esulta Lucio Caputo, presidente dell’Italian Wine & Food Institute (Iwfi), l’ente da anni impegnato a curare la promozione dei migliori prodotti eno-gastronomici italiani. «Il vino italiano non è un valore aggiunto - puntualizza polemico - ma è uno dei simboli portanti del miglior made in Italy. A dispetto di quei settori che spesso avevano atteggiamenti snobistici nei suoi riguardi». Caputo, che nel settembre del 2001 perse l’intero ufficio al 78’ piano della Torre Gemella - salvandosi per miracolo dopo una fuga di sperata giù per le scale - ha festeggiato «l’anno del miliardo» con un brindisi, ovviamente italiano, nella nuova sede sulla 42’ strada e Madison inaugurata due mesi dopo l’attentato terroristico. «L’Italia può meritatamente godersi questo momento di grande successo - spiega - visto che è il primo Paese fornitore degli Stati Uniti, in valore e in quantità. Ed esporta il doppio dei vini francesi, il quadruplo dei vini cileni e sette volte più degli spagnoli, anche se Continua ad essere tallonata dagli australiani, oggi pericolosamente secondi».
Questo successo non è però casuale. E anzi la strada è stata tutta in salita. Basti pensare che nel 1975 l’Italia esportava appena 360.000 ettolitri di vino per un valore inferiore ai 40 milioni di dollari. Erano i tempi in cui «vino italiano» era sinonimo di un fiasco di Chianti (allora non ancora Doc), su una tovaglia a quadretti di qualche trattoria famigliare specializzata in «spaghetti with meatballs» e «fettuccine Alfredo». Fu solo in seguito all’intensa campagna promozionale in favore dei nostri vini che, fra mille difficoltà e grande incredulità, l’Italia rimontò la china. Superando la Francia, Paese allora dominante sul mercato americano, raggiungendo nel 1983 i 2,4 milioni di ettolitri (record ancora imbattuto) e i 243 milioni di dollari, con un incremento rispettivamente del 562% in quantità e del 582% in valore rispetto al 1974. Ma a riprova che non si può dormire sugli allori, seguì un periodo di crisi. Crisi che toccò il fondo nel 1991, quando le esportazioni italiane si erano ridotte a soli 701.000 ettolitri (con una riduzione del 708%), in seguito alla cancellazione della celebre «campagna vini». Successivamente, con la ripresa dell’attività promozionale, arrivò la lenta ma costante risalita che ha portato all’attuale record.
A dare una mano ai nostri prodotti, oltre al boom della cucina, è stato anche il tracollo americano del made in France. I francesi hanno pagato a carissimo prezzo il loro anti-americanismo dopo l’11 settembre, spingendo milioni di americani a boicottare vini e formaggi francesi. E un membro repubblicano del Congresso, Bob Ney, a cambiare nei menu della mensa congressuale il nome delle patatine fritte. Che da french fries furono ribattezzate freedom fries.

Il vino negli Usa ... Ettolitri di vino esportato negli Usa nel 2006 e quote di mercato nel 2006...
Italia - 2.122.985, 30,7%
Australia - 2.010.392, 29%
Francia - 978.098, 14,1%
Cile - 507.207, 7,3%
Argentina - 344.432, 5%
(arretrato del Corriere della Sera del 31 gennaio 2007) 

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