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Corriere Della Sera

Astemi al volante? Non basta ... Le stragi del sabato sera... Cominciamo dalle buone notizie. Ai piani alti dello Stato, finalmente, si sono accorti che, giù in basso, è in corso la strage a puntate di una generazione. L'ho scritto, lo ripeto: alcol e velocità, nei fine-settimana del 2007, hanno provocato più giovani vittime che tutte le missioni militari dal 1945 ad oggi. Così, non si poteva andare avanti. È arrivato un intervento del governo: bene. Ma il mestiere dei giornalisti è rompere educatamente le scatole, e ci permettiamo perciò di esprimere alcune perplessità, e porre un paio di domande; per poi passare agli incoraggiamenti e chiudere con un’italianissima preoccupazione. Prima domanda: perché il disegno di legge e non il decreto-legge, vista l'urgenza? Timore di non poterlo convertire in tempo, immagino. Ma il Parlamento non ha già abbastanza da fare (Dico, riforma elettorale, norme sulla pubblicazione delle intercettazioni)? Seconda domanda: al ministro Melandri, madrina del nuovo “codice etico “. C'erano, come lei sa, diverse soluzioni (su www.corriere.it le abbiamo elencate, chiedendo un parere ai lettori).
Avete scelto, nonostante le perplessità di produttori ed esercenti, d'adottare il metodo del “guidatore designato”, che ha dato buoni risultati negli Usa e in Nordeuropa. Costui (spesso, costei) s'impegnerà a non bere alcolici e a riportare a casa sani e salvi gli amici. Arrivando alla discoteca/pub/locale, riceverà un braccialetto di riconoscimento, e non gli/le verranno serviti alcolici. Per tutta l'estate - volete scommettere? - sarà un tripudio di braccialetti. Capiterà addirittura - udite, udite - che molti si vergogneranno di fare i furbi; qualcuno capirà che, da sobrio, rimorchia di più. Ma poi? Saremo coerenti e costanti? Cosa accadrà agli esercenti che non rispettano il patto? E ai ragazzi che se ne fregano? L'Italia è piena di buone norme ignorate (i 130 km/h sulle autostrade e le cinture di sicurezza posteriori, per citarne un paio).
L'educazione è una bella cosa, ma devono seguire controlli e sanzioni. I ragazzi hanno preso a indossare il casco quando hanno capito che gli avrebbero sequestrato il motorino: non perché avessero seguito un corso di traumatologia. Lo dice uno che ha stima nei suoi giovani connazionali, e pensa che siano più assennati della media europea. Abbiamo evocato i controlli: passiamo a quelli sulle strade. Portarli da 200 mila a un milione, come promette di fare il ministero dell'Interno, è molto: ma è ancora poco rispetto ai 4 milioni della Spagna e ai 7 milioni della Francia. Sarà necessario coinvolgere le polizie locali, dotarle di etilometri e convincerle che queste cose rientrano nei loro doveri (anche se le ammende per guida in stato di ebbrezza non entrano nelle loro casse). Non solo: occorrerà estendere i controlli agli stupefacenti, con test simili a quelli che le “Iene” hanno impietosamente sperimentato sui nostri parlamentari. Un guidatore astemio (con braccialetto) è un pericolo pubblico, se ha calato tre pasticche o è convinto d'essere Batman perché strafatto di cocaina. Ieri i ministri Amato e Bianchi hanno parlato della necessità di questo “doppio controllo”. Ora, come al solito, si tratta di passare dalle parole ai fatti. In Italia, spesso, è come saltare il Gran Canyon con lo skate-board. Talmente difficile che, alla fine, non ci prova nessuno.
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