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Corriere Della Sera

A tavola in mezzo ai volumi. Gli chef entrano in libreria ... Aprono nuovi locali. Inge Feltrinelli: “Sono uno stimolo. Per l’estetica e anche per lo stomaco”. Da Mestre a Roma, il successo dei ristoranti “Culturali”... A pranzo sono soprattutto professionisti. Per l’aperitivo l’età si abbassa. Il risultato non cambia. Fèdor Dostoevskij accanto a una bottiglia di Tocai, Peter Cameron coni carciofi ripieni e Armistead Maupin davanti a una panna cotta. A ciascun autore il suo gusto, se la libreria è dotata di ristorante. Un’abitudine anglosassone (non perle pietanze) che comincia a familiarizzare anche con l’Italia. L’ultima nata tra le librerie che accolgono un vero e proprio ristorante con chef in azione in vista è la Feltrinelli di Mestre, 1.200 metri quadrati al sesto piano del centro commerciale Le Barche. Settanta coperti con terrazza per levarsi lo sfizio di mangiare primo, secondo e dolce scrutando gli scaffali. Ottantacinquemila volumi - ma ci sono anche i dischi e i dvd - per non dimenticarsi il vero motivo per cui si è lì. “Non è una denaturazione, ma uno stimolo. Esteticamente, culturalmente e anche per lo stomaco”, scherza Inge Feltrinelli. E aggiunge, con un certo orgoglio: “Ci sono stata da poco insieme con Amos Oz, mi ha detto che no ha mai visto una libreria così fresca. A me ne ricorda una di Barcellona, altrettanto vivace, con il bistrot”.
Volumi a tavola. Qualcuno, ancora pochi, ci ha scommesso già in passato. Alla Civetta di Biella, per esempio, Benito Maria Possemato ha cominciato dieci anni fa con sua moglie Maurizia. Polenta, zuppa e porcini arrosto al piano di sotto, Philip Roth, Nick Hornby e Antoine de Saint-Exupéry al piano di sopra. In più, una saletta per tè e tisane in mezzo ai libri. “A chi acquista i volumi diamo dei buoni sconto per il ristorante. La nostra è una cucina casalinga, tutto è freschissimo e pensato per ogni tasca: con primo secondo e bevande si spendono dai 15 ai venti euro. I clienti hanno le età più diverse, dai 18 ai 70 anni. Ci sono 55 posti a sedere, ma poi d’estate utilizziamo anche il portico esterno. Però si può soltanto cenare, caffè tè e tisane si prendono nel piano di sopra”, racconta il proprietario. Perché mescolare cucina e letteratura? “L’idea è un po’ mutuata dagli inglesi. Ma la verità è che in famiglia avevamo la passione per i libri e per la cucina. Così ci è sembrato naturale metterle insieme”. Dal Piemonte a Roma, per l’esattezza a Trastevere, da Bibli, dove dalle 11 a mezzanotte tutti i giorni si può pranzare e cenare, o semplicemente bere un caffè o sorseggiare un cocktail. Brunch il sabato e la domenica.
“C’è un grande via vai, organizziamo molti incontri culturali, concerti, dibattiti, letture. Ricorda molto New York”, spiega una delle due titolari, Agnese Andreoli. - I tavolini sono sotto il portico e dentro le sale, un libro val bene una fetta di torta, e viceversa. Un connubio al quale sta strizzando l’occhio anche il mercante d’arte Larry Gagosian per il suo nuovo megastore romano. “Feltrinelli già si era avvicinato all’idea grazie all’esperienza dei bar dentro i negozi di Milano. Roma, Napoli e Bari”, dice Paolo Soraci, ufficio stampa delle Librerie Feltrinelli. Aperitivo la sera e piatto caldo all’ora di pranzo. “Attendiamo di e vedere che cosa succede a Mestre prima di valutare nuove aperture”. Conferma la direttrice del grande centro veneto Francesca Donò: “Per adesso i coperti sono sempre esauriti, ma è facile che sia l’effetto novità. Se continua così vale la pena pensarci ancora per il futuro”.

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