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Corriere Della Sera

Vino: norme Ue, è scontro. Asse Italia-Spagna-Grecia ... Fondi, etichette e vigneti. “Tutti contro tutti” sulle regole europee. I Paesi settentrionali: sì all’uso dello zucchero. De Castro si oppone... E’ partita in un clima denso di contrasti la trattativa sulla riforma del mercato del vino nell’Unione europea, proposta dalla Commissione di Bruxelles per rendere più competitivo il settore nei 27 Paesi membri davanti all’avanzata delle importazioni dal “Nuovo Mondo” (California, Australia, Cile o Sudafrica).
Per l’Italia, che è il secondo produttore europeo dopo la Francia e prima della Spagna, la discussione nel Consiglio dei ministri dell’Agricoltura ha espresso una sorpresa negativa. Sembra saltata la decisione del commissario per l’Agricoltura, la danese Mariann Fischer Boel, di vietare lo zuccheraggio del vino per aumentarne la gradazione alcolica. La Germania e gli altri Paesi del centro e del nord Europa ne rivendicano la necessità per ragioni climatiche e per difendersi dalla concorrenza extraeuropea. Il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, si è associato ad altri Stati mediterranei contrari allo zuccheraggio, come Spagna, e Grecia, sostenendo che “solo l’Europa l’autorizza nel mondo”. Ma la Francia, che proibisce questa pratica nelle sue regioni del sud e la consente in quelle del nord, ha assunto una posizione intermedia. De Castro si è detto disposto a cedere se restano i sussidi ai mosti (l’uva spremuta e non ancora fermentata usata nei Paesi mediterranei per alzare la gradazione alcolica) perché altrimenti “lo zuccheraggio provocherebbe una distorsione della concorrenza”.
L’Italia è in linea con la Francia nel contrastare l’attenuazione delle regole di etichettatura delle bottiglie, respinta dai produttori di vini di qualità e doc. Il ministro dell’Agricoltura francese, Michel Barnier, ha attaccato anche la decisione della Commissione di eliminare le restrizioni sullo sviluppo di nuovi vigneti dal 2014, che punta a rendere la produzione europea più industrializzata. In discussione c’è poi la proposta di fondi Ue per chi consente di ridurre la sovrapproduzione “estirpando” i propri vigneti fino al 2013. In Francia temono la fine di piccoli produttori di vini storici. Barnier, confermando la linea anti-Bruxelles del suo presidente Nicolas Sarkozy, ha definito “una pazzia” l’ideologia liberista degli euroburocrati e si è impegnato a “preservare la qualità dei nostri prodotti dalle tentazioni liberiste”.
De Castro ha incontrato da solo Barnier per chiarire il recente tentativo franco-tedesco di spostare aiuti comunitari sui loro vini togliendoli all’Italia e alla Spagna. Complessivamente i ministri dell’Agricoltura hanno evidenziato a Bruxelles un “tutti contro tutti” in difesa dei propri interessi nazionalistici, lontano dai valori comuni dell’Europa. E’ emersa poi la difficoltà dell’Italia e degli altri Stati mediterranei di contare come in passato da quando l’Ue è stata allargata da 15 a 27 membri. Il ministro dell’Agricoltura portoghese Jaime Silva, presidente di turno della riunione a Bruxelles, ha ammesso che nella riforma del mercato del vino presentata dalla Fischer Boel “ci sono proposte molto difficili da accettare per alcuni Paesi membri, incluso il Portogallo”. Diventa così incerta la sua previsione di arrivare a un compromesso di massima entro la fine dell’anno per poi passare al parere dell’Europarlamento.

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