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Corriere Della Sera

Nessun passo avanti nella lotta all’alcol ... La posta... Mi è capitato di assistere sull’autostrada Milano-Torino a un episodio preoccupante. Mi sono fermato verso l’una di notte in una stazione di servizio e ho notato un gruppo di ragazzi, alcuni giovanissimi, che acquistava delle bottiglie di vino. Quando poi sono uscito li ho visti nel parcheggio che stappavano il vino e allegramente se lo bevevano a canna. Ma non esistono delle nuove norme a questo proposito che vietano la vendita di alcolici sulle autostrade e ai minorenni?
P. Maselli Ivrea

Quello che ha visto all’Autogrill perfettamente legale. Purtroppo. L’illegalità si è verificata nel momento in cui, come è probabile, uno dei giovani, speriamo almeno patentato e quindi maggiorenne, si è messo alla guida, visto che difficilmente avrebbe superato la prova del palloncino. Per chiarirle la situazione, riporto un commento, di pochi giorni fa, di Donato Greco, responsabile del dipartimento prevenzione del ministero della Salute, alla notizia che in commissione Trasporti era stato approvato un emendamento che abolisce il divieto di vendita degli alcolici dopo le due di notte: “Il ministero ha presentato, negli ultimi tre anni, regolarmente emendamenti di legge finalizzati a ridurre il consumo e vendita di alcol ai minorenni e sulle autostrade. Ma regolarmente questi provvedimenti sono caduti lungo la strada del dibattito legislativo. Quindi è evidente - ha proseguito - che c’è una lobby pro-alcol molto forte”. Sono convinto anch’io che ci sia una lobby molto forte, e nemmeno tanto nascosta, che basa la sua forza di persuasione sul mito del grande e salutare vino italiano, vitale per la nostra economia. Esemplare questo intervento di Confagricoltura (21ottobre 2006): “Il disegno di legge che impedisce la vendita di vino, in autostrada è inutile e dannoso.
Inutile perché di assai discutibile efficacia, dannoso perché compromette l’utilizzo di uno strumento di promozione della miglior produzione vinicola delle diverse regioni italiane”.
L’idea che “tanto se uno vuole bere beve lo stesso” è uno degli argomenti preferiti degli “antiproibizionisti”, anche se non si capisce allora perché limitare il fumo e vietare le droghe. È del tutto evidente poi che non si può danneggiare la promozione “della miglior produzione vinicola italiana” per qualche decina di migliaia di morti per malattie epatiche o per incidenti stradali. Su questo sono d’accordo anche i produttori di birra. Nemmeno ai diciassettenni, a quanto pare, deve essere vietato sorseggiare un buon bicchiere dl Barolo nella piazzola dell’autostrada.

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