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Corriere Della Sera

Irfis alla Vicentina. Zonin trova in Sicilia la “vite americana” ... Non ci crede nemmeno l’addetta stampa dell’assessorato: “Ma no, che dice, quelli si occupano di sperimentazione vitivinicola, altro che banche”. Eppure non è uno scherzo. Il secondo azionista dell’Irfis-Mediocredito, una delle più importanti banche siciliane che la Popolare di Vicenza (Bpvi) sta per comprare, si chiama proprio “Vivaio Governativo Viti Americane” ed è un ufficio dell’Assessorato agricoltura e foreste della Regione Sicilia. Ha il 21% dell’Irfis (finanziamenti agevolati), oggi controllato dal Banco di Sicilia (Unicredit).

Il tentativo di saperne di più sul vivaio-banchiere si scontra con l’ora “tarda” (16,45) e con gli squilli a vuoto dei telefoni. Ma negli ambienti dei produttori di barbatelle innestate di Zibibbo, uno dei business del vivaio-banchiere, si dice che l’arrivo di Gianni Zonin, il presidente della Popolare Vicenza, è come il cacio sui maccheroni: un banchiere che produce vino. E che per di più in Sicilia è già ben presente sia con la banca che con le sue aziende. Insomma, sinergie al quadrato. Dove trovi in banca un socio al 21% che (sito Regione) “è costitutore di 68 cloni di 14 varietà di portinnesti di vite, regolarmente iscritte al registro Nazionale delle Varietà di Vite”?

Tra l’altro l’imprenditore veneto incontrerà all’Irfis Massimo Dell’Utri (nessuna parentela), vicepresidente. Dell’Utri è l’avvocato di Caltanissetta che ha seguito il contenzioso amministrativo contro l’Inps della società siciliana degli Zonin, la Feudo Principi di Butera.
Dunque la Popolare Vicenza compra il 76% dell’Irfis e il Vivaio Governativo Viti Americane rimane dentro con il suo 21% ma continuando a occuparsi di cloni e barbatelle, comprese quelle innestate di Zibibbo.

Però c’è un problema: l’Irfis e il gruppo veneto stanno litigando da due anni sull’aggiudicazione di un bando per la gestione dei fondi regionali per l’industria. Al Tar regionale ha vinto l’Irfis ma la causa è tuttora pendente. Sempre negli ambienti sopra citati c’è chi giura che finirà a tarallucci e, soprattutto, vino.

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