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Corriere Della Sera

Accidenti. Lo dico - premessa doverosa - come amica da vent’anni di Fulvio ed Emanuela. Come beneficiaria - che nostalgia - di infiniti pranzi a scrocco, di chiacchierate, di serate da cavia dei nuovi piatti. Ma soprattutto da fortunata che ha frequentato il Gambero Rosso di San Vincenzo; se chiude, chiude un baluardo di eccellenza italiana. Molto italiana: la cucina di Pierangelini si ispirava qua e là, ogni tanto, c’erano ingredienti anomali, c’erano “profumi d’oriente”. Ma era nata e aveva trionfato combinando prodotti dell’Italia felix tirrenica, il pesce, l’olio, le verdure, il maialino di cinta, e tanto altro. Abbinandoli in
modo geniale e semplicissimo. Per dire: la passatina di ceci con gamberi, il suo piatto più famoso, era toscana ed essenziale. Ma hanno provato a copiarla mille volte, senza mai farla così buona Erano semplici, imprevedibili e perfetti i piatti, belle le vetrate sul mare; era piacevolissimo il locale governato da Emanuela, milanese impeccabile e spiritosa che raccontava: “Quando chiamano ricconi russi Fulvio dice sempre che siamo pieni, così perdiamo migliaia di euro ogni volta”. Ora perdiamo il ristorante più buono d’Italia - parere personale ma non isolato - e un posto così sarà difficile ricrearlo, o ritrovarlo. Un’altra cattiva notizia, come se ne sentissimo poche, ancora accidenti.

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