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Corriere Della Sera

Renzi e il divieto di alcol ai chioschi. “Disobbedisco e continuo a bere” ... Il sindaco contro la legge comunitaria: è una vergogna... Il “disubbidiente appuntamento” è stato fissato dal sindaco per la mattina di mercoledì prossimo a Firenze. Data fatidica per i trippai della città che, con l’entrata in vigore della legge comunitaria sui “danni da alcol”, non potranno più vendere i loro panini accompagnati dal classico “gottino”, un bicchiere di buon vino rosso, meglio se Chianti, annaffia frattaglie. Divieto assoluto anche per i venditori di “lampredotto”, un particolare tipo di trippa, costretti anch’essi a porgere al cliente alieni bicchieri di coca cola, aranciata o acqua minerale. Un orrore per i fiorentini. Sindaco Matteo Renzi in testa che, con tutta la giunta, ha annunciato il “disubbidiente appuntamento” ovvero un clamoroso atto di disobbedienza civile e subito dopo ha dato incarico ai suoi funzionari di studiare un’ordinanza che vieti il divieto e blocchi “l’indecente censura”.
“La mattina di mercoledì andrò da un trippaio della città - promette il sindaco
- farò colazione con un panino con il lampredotto e berrò un bicchiere di vino. Poi chiamerò a raccolta
tutti i miei assessori e dirò loro: mangiate e bevete”. Ubbidiranno? “Certo che sì
- risponde Renzi - perché non esiste fiorentino capace di sopportare il divieto a non deliziarsi, se lo vuole, con il
lampredotto e il gottino. Questa legge è una vergogna è va assolutamente abolita. E se c’è qualche assessore che la penserà diversamente, beva pure la coca cola ed esca dalla giunta”.
Renzi sorride. Ma dietro quell’ironia da toscanaccio irrefrenabile e da sindaco definito dal Time l’Obama italiano, si nasconde una determinazione quasi rabbiosa. Racconta Renzi di aver passato parte della giornata a leggere e a rispondere a centinaia di messaggi su Facebook.
“Cittadini incavolati come bestie. Mi hanno scritto di fermare quei grulli che vogliono la coca cola al posto del vino, di non far deturpare una tradizione che è anche un pezzo di storia di questa città. E io ho detto loro che possono contarci, che pure io sono imbufalito e che non accadrà mai di poter azzannare la trippa a secco o ad acqua”.
Non è solo una battaglia per il gusto e i piatti tipici, Secondo Renzi c’è anche un aspetto sociale. I chioschi dei trippai a Firenze sono un’istituzione sociale. La bancarella è un presidio, in alcuni quartieri, dove la gente si ritrova, come nei circoli Arci o nelle case del popolo. E non è un caso che in uno dei manifesti elettorali del sindaco, ci fosse la foto di uno dei trippai più famosi della città, quello di Sant’Ambrogio.
“Uno dei miei nonni, Adone, vendeva i maiali in Valdarno - continua Renzi - e conosceva rutti i chioschetti fiorentini. Mi ci portava spesso. E da allora non ho più smesso, di volta in volta, di mangiare trippa e gottino. Non sarà una stupida legge burocratica e senza senso a fare cambiare abitudini a me e ai miei concittadini”.
Così da Palazzo Vecchio, novello Savonarola, il sindaco annuncia: “Io scendo in piazza e sfido la legge maldestra e con me la giunta. Però sono convinto che, quando mi guarderò alle spalle, non troverò multe e censori, ma tanti amici con il panino e il bicchiere di vino. Tutti a brindare e a gridare, viva Firenze, viva il vino, viva la trippa e il lampredotto”.

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