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Corriere Della Sera

Il Grinzane resta piemontese ... L’eredità del premio alla Fondazione Bottari Lattes... La tanto attesa asta non c’è stata. Tuttavia il liquidatore del Grinzane Cavour, Enrico Stasi, ha deciso che l’eredità del premio, o di quel che ne resta dopo gli scandali che hanno travolto Giuliano Soria, sarà accolta dalla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba, nelle Langhe, che aveva presentato un’offerta di trecentomila euro, versando per tempo un primo acconto di trentamila. Ieri in verità un concorrente della signora Caterina Bottari, vedova dello scrittore ed editore Mario Lattes, c’era: Gianni Aringoli, il fondatore e presidente del premio Capalbio, che da fine luglio ha agitato le acque piemontesi dichiarando il suo interesse per il Grinzane. Il fatto è che Aringoli ha presentato in busta chiusa un’offerta di poco superiore a quella della Fondazione Bottari Lattes, ma rateizzata in quattro tranche. Tanto è bastato perché il liquidatore Stasi, dopo essersi consultato con il notaio Giovanna Ioli, nel cui studio torinese doveva svolgersi l’asta, giudicasse “irricevibile” l’offerta, anche se la decisione sarà presa ufficialmente dal tribunale. “Non hanno voluto far svolgere l’asta come previsto - dichiara deluso Aringoli - aggrappandosi a ragioni formali niente affatto fondate. Dopo aver saputo che non accettavano la rateizzazione, anche se durante la trattativa se n’era sempre parlato, ho detto di essere disponibile a pagare tutto subito, ma non hanno voluto accettare l’offerta. Nonostante la mia volontà di dialogo, è evidente che il clima pre-elettorale influenza i comportamenti e che l’unica possibilità che mi rimane è un ricorso in sede giudiziaria”. Dall’altro lato la signora Bottari si dichiara “contraente contenta” e ironizza sul fatto che Aringoli volesse “cambiare in corsa le regole dell’asta giudiziaria”. Forse, ha aggiunto, “dalle sue parti fanno così”. La contesa per un premio letterario che aveva ambizioni internazionali assume così tinte campanilistiche. Ne è consapevole il presidente della Fondazione per il libro Rolando Picchioni, cui fa capo il Salone del libro di Torino, che puntualizza: “Abbiamo sempre auspicato una soluzione piemontese non per campanilismo, ma perché tutto quello che è stato seminato dal premio Grinzane Cavour non vada disperso, ma possa dare nuovi frutti assieme al territorio”. Una diplomatica ma decisa presa di posizione che significa una sola cosa: le attivita del nuovo Grinzane Cavour rientreranno nel coordinamento del neonato Parco culturale paesaggio umano e non entreranno in rotta di collisione con i nuovi premi istituiti dal Salone del libro: il Premio internazionale e il Piemonte letteratura, veri eredi del vecchio e ambito, prima della caduta, premio Grinzane Cavour. L’epilogo di questa vicenda si svolgerà in tribunale. Per il momento il Gririzane, con tutti i suoi indirizzari e archivi oltre al patrimonio di autografi e a una cantina di tutto rispetto (almeno quattrocento bottiglie, molte delle quali di Barolo), è nelle mani della signora Caterina Bottari. Dall’asta erano esclusi i marchi, ancora sotto sequestro giudiziario.

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