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Corriere Della Sera

Il marchio ... Trentodoc, un metodo per vincere l’eterna sfida con lo champagne ... Giulio Ferrari fu il primo a fronteggiare i francesi. Oggi ben 37 aziende producono spumanti con questo brand ... Lo champagne trentino. Non è una forzatura chiamare così il vino prodotto dalle uve dei vigneti che si stendono sui colli, si arrampicano sui monti di una terra conosciuta anche per i luoghi incantati delle sue Dolomiti, formidabile attrazione turistica. Tant’è. La stretta parentela dello spumante con lo champagne, per il metodo di produzione ma anche per l’habitat ideale delle vigne, risale agli albori del 1900 e si collega alla storia di un uomo, un giovane tecnico di cantina, che ebbe proprio l’idea di trasferire la tradizione francese nella produzione vinicola del suo territorio. Il sognatore che osò “sfidare” i cugini d’Oltralpe si chiamava Giulio Ferrari: un nome/un vino che, vincendo la scommessa, si sarebbe affermato nel tempo fino a raggiungere risultati prestigiosi e fama in Italia e nel mondo. Le Cantine Ferrari (da più generazioni passate alla famiglia Lunelli) primeggiano ancora mentre, nel corso degli anni, altri produttori hanno percorso con successo la strada delle bollicine “classiche”. Nasce da qui il Trentodoc. Prima denominazione in Italia di metodo classico, la seconda, al mondo, dopo lo champagne. Il 1984 è l’anno della fondazione dell’Istituto Trento Doc, a garanzia del prodotto. Lo stesso, nel 2008, con l’azione congiunta della Provincia autonoma di Trento, di Trentino Marketing e del Consorzio Vini del Trentino, realizza un progetto di valorizzazione del brand. “L’obiettivo è di esaltarne la specificità - spiega Fausto Peratoner, presidente dell’Istituto dal 2009 -. Così, il marchio diventa unico e collettivo, imitazione con il prestigioso vino dei francesi. Il debutto, con le prime piante di Chardonnay messe a dimora nella Valle dell’Adige. È solo l’inizio di un’avventura lunga oltre un secolo che, partendo da una base essenziale, si è via via arricchita di nuove sperimentazioni, studi, competenze fino a raggiungere risultati lusinghieri. Allo Chardonnay si sono aggiunti i vitigni di Pinot Nero: le pergole si trovano a un’altitudine che offre condizioni ideali (forte escursioni termiche, natura del terreno) per far maturare al meglio le uve, in modo da trarre un vino base spumante che, dopo la rifermentazione in bottiglia, esprime quelle caratteristiche particolari - sapidità, acidità, profumi •- indice dell’eccellenza di un metodo classico esclusivo. Le 80 etichette pregiate, prodotte da piccoli e grandi vignaioli, alcuni in linea con la tradizione, altri più innovativi, hanno in comune il territorio. L’Istituto Trento Doc garantisce la provenienza delle uve e la conformità di ogni aspetto della raccolta e della vinificazione fino Disciplinare di produzione. Una particolare cura viene data ai metodi di coltivazione, secondo i principi della “produzione integrata”, adottata dai viticultori trentini dagli anni Ottanta. Si tratta di una tecnica che prevede l’applicazione ragionata sia dell’agronomia che della chimica (limitata al massimo), con l’obiettivo di conseguire la migliore qualità possibile, rispettando l’operatore agricolo, l’ambiente, il consumatore. “La valorizzazione del territorio, l’attenzione al prodotto e all’ambiente sono i nostri punti fermi - dice Peratoner - e in definitiva ci preme che. il nostro spumante sia la bandiera delle eccellenze trentine”.
Il mercato italiano oggi assorbe circa il 90 per cento della produzione di Trentodoc, che rappresenta circa il 35 per cento del metodo classico prodotto in Italia: 8,5 milioni di bottiglie nel 2010, secondo i dati dell’Osservatorio delle Produzioni Trentine della C.C.I.A.A.

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