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Corriere Della Sera

Bioedilizia e Trentodoc ... Nelle nuove cantine dai mattoni “verdi” ... Molte aziende hanno raccolto la sfida ecologica e hanno ridisegnato le loro strutture secondo criteri di sostenibilità ambientale: utilizzati materiali rivoluzionari e progetti di alto design ... Bioedilizia e materiali da costruzione innovativi entrano a pieno titolo nelle cantine trentine, dove si produce e conserva il Trentodoc. Cadono così i vecchi stereotipi dei capannoni, caldi d’estate e gelidi d’inverno, annessi alla casa del fattore. Adesso si parla di strutture integrate sul territorio, costruite seguendo criteri di eco-compatibilità ambientale. Funzionali e belle da guardare. Tra le aziende che per prime hanno accolto la sfida, le cantine Mezzacorona. L’intero complesso si trova a due passi dal casello autostradale del Brennero, vicino agli svincoli per le valli, l’altopiano della Paganella e Madonna di Campiglio. L’ambizioso progetto della “Cittadella del vino” ha preso il via a metà anni ‘90, su una vecchia area industriale di- smessa di 16 ettari. “Con l’obiettivo di fare convergere produzione vitienologica, turismo enogastronomico e attività commerciali - spiega il presidente Guido Conci - in un’unica struttura che fosse in armonia con l’ambiente circostante”.
La cantina Rotari, destinata alla produzione dell’omonimo spumante è il simbolo del Mezzacorona. La progettazione dell’intero complesso porta la firma dello studio dell’architetto Alberto Cecchetto, che racconta: “l’idea di partenza ha voluto coniugare tra loro i diversi spazi di produzione e conservazione dei vini, con percorsi a vista e grandi vetrate da cui ammirare i vitigni circostanti”. Originale l’idea di inserire un anfiteatro. Progettato per essere suddiviso in quattro distinte sale per conferenze. Una grande vetrata scorrevole di 25 metri consente l’accesso alla gradinata seminterrata che si raccorda alla piazza interna del complesso. Per un totale di 2 mila posti disponibili per eventi culturali e mostre.
Interessante l’edificio su quattro livelli che ospita uffici e attività direzionali del Gruppo. All’esterno, invece, una grande piazza con una vasca d’acqua di 250 metri quadrati progettata con lo scopo di abbassare la soglia di temperatura e umidità, creando così un microclima favorevole nella stagione calda. “Grazie al naturale riflesso sull’acqua - dice ancora Cecchetto - si creano giochi d’immagini che cambiano colore secondo l’ora del giorno, snellendo la visuale dell’edificio”.
La struttura reticolare della facciata in legno si nota già da lontano. Siamo nella cantina “le Meridiane”, alle porte di Trento. Un esempio di uso del legno lamellare, che dà leggerezza e una forte valenza estetica all’intero complesso. No solo. L’intreccio di travi serve da sostegno per la vegetazione che contribuisce in modo naturale a climatizzare gli ambienti interni. Spiega a proposito Roberto Modena di Holzbau, che ha messo in opera il progetto dell’architetto Bruno Bronzini di Trento: “nel rivestimento abbiamo optato per una soluzione che abbinasse la funzionalità di una parete ventilata con l’ambiente biocompatibile della conservazione del vi- no”. La prima ipotesi per Le Meridiane prevedeva un rivestimento con elementi massicci in legno di abete ma a livello progettuale risultava difficoltoso mettere in opera gli esecutivi di montaggio. Così i tecnici Holzbau, del gruppo Rubner, hanno proposto una soluzione originale, con l’uso di doghe in legno ricavate da tiavi lamellari di diverso spessore, in parte fresati con scanalature. “Questa lavorazione ha permesso di ottenere una superficie tridimensionale che genera una molteplicità di giochi di luce e frantuma la grande estensione delle superfici esterne, integrando la massiccia struttura con l’ambiente circostante”.
Quella dei Pisoni è una storia lunga 150 anni. Nasce con l’Unità d’italia come “azienda agricola e distilleria”. Lo testimonia l’incisione in bella mostra sulla chiave di volta del portone d’ingresso. Costruita in una posizione incantevole nella Valle dei Laghi. Una località apprezzata per il microclima mediterraneo, che gli austro-ungarici chiamavano già con l’appellativo “riviera dell’impero A caratterizzare la cantina è il “tunnel” come lo chiamano quelli della famiglia. Un ecosistema naturale di grotte per la conservazione del vino. I primi scavi di inizio ‘900 vedono la galleria usata da dispensa per frutta e verdura. Poi viene impiegato come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. “La forma a “L” avrebbe scaricato l’onda d’urto - racconta Andrea Pisoni - ma per fortuna la valle non fu soggetta a gravi bombardamenti”. Negli anni ‘70, la cantina inizia a produrre spumante col metodo classico e il tunnel viene allungato di una sessantina di metri, La “direzione” dei lavori viene affidata ai minatori rientrati dal Belgio. Oggi è il luogo ideale per l’affinamento del Trentodoc, perché la temperatura costante di 12 gradi favorisce, la lenta fermentazione. “Questo attribuisce allo spumante fine perlage e una spuma persistente”. Nel rifugio naturale dei Pisoni trovano posto 70 mila bottiglie.

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