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Corriere Della Sera

Ribolla Rock e Champagne. Guida ai brindisi delle feste ... I Franciacorta dall’uva trattata con idromassaggio. E la tendenza di ridurre l’alcol ... Cinquant’anni fa la scelta nelle case italiane per il brindisi di Natale era molto ristretta. Ora i vini con il perlage si producono ovunque, con una qualità impensabile rispetto agli anni dei fiaschi e delle damigiane. Alcune bottiglie delle nuove zone sono così interessanti da sembrare il frutto di prove secolari invece che di un azzardo più recente. Come la Ribolla gialla Brut di Eugenio Collavini, a Corno di Rosazzo (Udine). Il sommelier del San Domenico di Imola, Matteo Colamini, la serve come aperitivo, con ciotole di tortellini fritti. Il
percorso di questo vino inizia sulla scia del Grigio, nato nel 1971. L’anno in cui i Rolling Stones, in fuga dal fisco britannico, si rifugiarono nell’immensa cantina di una villa della Costa azzurra per registrare i nuovi brani. Il chitarrista Keith Ribards racconta (“Life”, Feltrinelli) di un prolifico caos notturno: “Si abbozza un riff, ci si schiaffa dentro la batteria e si vede cosa succede”. Nacque cosi Exile on Main St., uno dei migliori album dei Rolling (riedito due anni fa). Uno spirito creativo volteggiava in quella cantina. “Avevo la sensazione che ci fosse uno spazio che meritava solo di essere riempito: questa canzone doveva essere scritta centinaia di anni fa. Com’è che non c’è stato nessuno a occupare quello spazio minuscolo?”, si chiedeva Keith. Certi vini si comportano come certi brani dei Rolling. Contengono qualcosa di storico appena nati. Lo Spumante Brut di Collavini, con il suo carico di profumi dl albicocca e pesca, è uno di questi. Compare nella lista dei consigli natalizi per il brindisi di Luca Gardini, il campione mondiale dei sommelier. Esistono bottiglie, di piccoli vignaioli o grandi maison, che interpretano i tempi, la volontà (e la fatica) di non mollare. “Se credi in quello che fai, ci metti il cuore e lavori duro, superi le difficoltà e puoi raggiungere mete inaspettate”, teorizza Richard Geoffroy, lo chef de cave di Dom Pérignon. Nel 2003 una disastrosa gelata (a cui seguì un’estate torrida) fece strage nei vigneti Chardonnay della Còte des Blancs. “Con i pochi grappoli sani sopravvissuti - racconta Geoffroy - ho deciso di rischiare e ho ottenuto uno dei più intensi e paradossali vintage Dom Pérìgnon di sempre, che si sprigiona tra austerità e generosità, uno Champagne ideale per il Natale 2012”. Una sfida vinta, come quella della nèonata Vrntage Coliection di Ca’ del Bosco, le cui uve di Francia- corta vengono sottoposte a trattamento “termale” (una sorta di idromassaggio), il risultato di cuvée da 15 a 22 vini per le versioni Brut, Dosage Zéro e Satén. Un po’ più a Nord della Franciacorta, in Trentino, nel 1971, mentre i RoUing partivano all’alba in motoscafo per far colazione in Liguria, è nato il Ferrari Perlé. Anch’esso austero e generoso per dirla con Geoffroy, pronto a farsi notare dopo 5 annidi affinamento sui lieviti (ora è sugli scaffali l’annata 2006). Una delle tendenze per il Natale 2012,. secondo Wyll Lyons, il critico del Wall Street Journal, è: vini freschi e poco alcolici. Come, è il suo consiglio, il Prosecco Rocca d’Asolo di Dal Bello. Mentre Gardini, quanto a Prosecco, punta sulle colline docg di Conegliano e Valdobbiadene, candidate a diventare Patrimonio dell’Unesco, con il Vigneti del Poi di Bisol, “una freschezza che ricorda frutti a polpa bianca e fiori di campo”. In Franciacorta invece il sommelier mondiale predilige il Sansevé Satèn, Brut di Monte Rossa (“richiami olfattivi di pan brioche e cioccolato bianco”), il Cisiolo Dosaggio Zero di Villa Crespia (“intreccio di frutta secca e note minerali”) e il Brut Rosé 2008 delle Marchesine (“finale sapido di grande fascino”). La selezione comprende un classico del brindisi natalizio, un Moscato d’Asti, quello di Ca’ d’Gai, unà riserva in cui si scovano “ricordi di agrumi canditi e inaspettati tocchi mentolati”; un Lambrusco, il Sanruffino Grasparossa 2001 di Casali (“aromi di frutti rossi e lievi fragranze di crostadi pane”) e uno spumante altoatesino, Cuvée Marianna, che ha “nerbò e carattere”. Come il rock dei Rolling Stones.

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