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Corriere Della Sera

L’assicurazione che insegue il mondo del Brunello ... Unipol punta sui vigneti di Montalcino ... Unipol era uno striscione verde e bianco in tutte le feste dell’Unità, tra Lambrusco, gnocco fritto, tavolate sotto il tendone. Era la forza delle coop emiliane che nel 1963 agguantano una società in sonno e la fanno decollare. E trasformano Unipol in un gigante delle assicurazioni e della finanza, passando per Borsa, Giovanni Consorte, scalate. Con l’idea che “il socialismo è il capitalismo fatto da noi”, come scriveva Edmondo Berselli. Ora, mezzo secolo dopo, nel palazzone di via Stalingrado a Bologna dove ha sede la società della U, il Lambrusco ha lasciato il posto al Brunello di Montalcino. Da qualche mese Unipol è diventato il secondo gruppo assicurativo italiano (13,5 milioni di clienti). Acquisendo Fondiaria-Sai dai Ligresti si è ritrovata un tesoretto verde, Saiagricola: 5.000 ettari, 300 di vitigni, un milione di bottiglie. E 6 tenute: Fattoria del Cerro a Montepulciano, Còlpetrone a Montefalco, Montecorona a Umbertide, Monterufoli a Pisa, Arbiola in Piemonte, La Poderina a Montalcino. Ora, assieme alle polizze, il gruppo di Pierluigi Stefanini si occupa di vini. La prima mossa è stata un rilancio a Montalcino: sono stati acquistati 30 ettari da Roberto Bellini (proprietario anche di Podere Brizio), un bresciano da quasi 40 anni in Toscana. Una compravendita conclusa proprio nei giorni in cui Massimo D’Alema ha lanciato il suo “sfide”, Cabernet Franc in purezza, 3.000 bottiglie dall’azienda Le Madeleine, acquistata 4 anni fa in Umbria (“Non diventerò un grande produttore”, ha precisato a WineNews), con la consulenza di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi. È stato proprio Cotarella a suggerire l’affare a Unipol. Montalcino ha una magica forza d’attrazione per investitori. Solo un mese fa, i brasiliani della André Santos Esteves hanno acquistato per almeno 40 milioni la Tenuta Argiano da Noemi Marone Cinzano. Prima dei brasiliani la panamense Soleya International ha conquistato Tenuta Oliveto, Louis Camilleri, ceo di Philip Morris, ha puntato su Giardinello, e l’industriale svizzero Ernesto Bertarelli, quello della Coppa America, ha piantato la sua bandiera su Poggio di Sotto, mentre gli americani di Constellation brand sono diventati proprietari dei marchi Ruffino, compreso il Brunello Greppone Mazzi. Unipol a Montalcino ha speso 2 milioni per 30 ettari di cui 12,5 di vigneti: 9,3 a Sangiovese (2,2 Brunello, 2,1 Rosso di Montalcino, 5,1 Sant’Antimo). L’obiettivo è di incrementare di 15 mila bottiglie l’attuale produzione a quota 140 mila. “Un’operazione che valorizza il Brunello, il territorio, e il sistema dei produttori che lo ha reso così attrattivo”, commenta Fabrizio Bindocci, il presidente del Consorzio del Brunello. In Unipol non c’è più il clima spavaldo del 2005, quando l’allora segretario dei Ds Piero Fassino chiese a Giovanni Consorte, durante la tentata scalata a Bnl: “Abbiamo una banca?” (due mesi fa quelle parole registrate in un nastro finito a Silvio Berlusconi e pubblicate dal Giornale sono costate un anno di condanna all’ex premier per rivelazione del segreto d’ufficio). Ma qualcosa dello spirito di conquista che agitava 8 anni fa via Stalingrado ancora si avverte nell’ultimo affare concluso a Montalcino. “Puntiamo a diventare i migliori produttori di Brunello - dicono a Bologna - unendo le uve della Poderina con quelle del nuovo vigneto”. “I due terreni sono diversi: argilla e galestro, c’è la possibilità di una simbiosi per un prodotto di grande potenzialità”, spiega Cotarella. “Non è solo finanza. Davvero i manager Unipol sono convinti con me che La Poderina ora può dare il miglior Brunello di Montalcino. Il sogno è questo”. La Poderina, che era stata acquisita da Saiagricola nel 1988, ora vende tutto il Brunello prodotto. “Non rimane nulla in cantina - dice Cotarella - il miglior premio possibile. Anche per questo c’era bisogno di nuovi vigneti”. Investire e crescere, all’emiliana. Berselli può aiutare a capire perché gli emiliani (quelli di Unipol compresi), “nonostante lo sprofondamento dell’Atlantide comunista in chissà quale nero oceano della storia”, restino quelli che hanno dato vita a uno dei “più ambiziosi tentativi della storia dell’Occidente, il socialismo più la ricchezza”. Dalle Feste dell’Unità al Brunello.

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