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Corriere Della Sera

L’enologo di D’Alema e due marchesi per l’Expo dei vini … Riccardo Cotarella, 65 anni, è l’uomo del vino per l’Expo 2015. E’ il presidente degli enologi italiani. Tra le 60 e più aziende di cui è il super consulente, c’è anche quella dell’ex premier Massimo D’Alema, “La Madeleine”, nome proustiano per 15 ettari in Umbria tra Narni e Orticoli, in cui sono stati prodotti i vini Sfide, Nerosé e NarnOt. L’incoronazione di Cotarella è avvenuta ieri pomeriggio al Vinitaly di Verona. L’annuncio è stato dato dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, al Vinitaly di Verona. Cotarella guiderà il comitato dei “saggi” che deciderà che fare per divulgare e promuovere il vino all’Esposizione universale di Milano, all’interno del Padiglione Italia, in 2.000 metri quadrati. Sarà il Vinitaly a realizzare e gestire il Padiglione del vino. “Scelta di competenza, esperienza e professionalità”, l’ha definita il democratico Martina. “Accordo importantissimo”, per Diana Bracco, presidente di Expo. Con Cotarella, a fianco di Bracco, ci saranno nel comitato scientifico due marchesi toscani a capo di storiche famiglie del vino, Pietro Antinori, presidente dell’Istituto Grandi Marchi, e Vittorio Frescobaldi, presidente di Grandi Cru. Poi il presidente di Federvini Lamberto Vallarino Gancia, della famiglia piemontese che fondò l’azienda degli spumanti e il presidente di Unione italiana vini, il veneto Domenico Zonin, figlio di Gianni, banchiere e produttore con quartier generale a Gambellara. Affiancati dal direttore generale di VeronaFiere Giovanni Mantovani; da Ruenza Santandrea, presidente del gruppo cooperativo Cevico e da Raffaele Boriello, vice capo di gabinetto del ministero. Cotarella, umbro, è stato uno dei protagonisti del Rinascimento del vino dopo la scandalo del metanolo del 1986. Ha un carnet, non solo italiano, che più vario non si può: dalla cantina pugliese del giornalista Bruno Vespa a quella della comunità di San Patrignano. Per “Wine Advocate” è uno degli uomini più influenti al mondo nel settore. E anche produttore, con il fratello Renzo: la sua Falesco, vigneti a Montefiascone e Montecchio, produce 2,5 milioni di bottiglie di qualità l’anno con ricavi per 10 milioni. Da ragazzo sognava di fare il geometra, ma il padre gli impose gli studi in Enologia a Conegliano, la prima scuola del genere d’Italia, istituita dal re Vittorio Emanuele II nel 1876. Quel diploma gli ha aperto la strada a una carriera anche accademica: è docente di Viticoltura all’Università della Tuscia di Viterbo e accademico aggregato dei Georgofili. Ora tocca a lui e agli altri “saggi” preparare lo sbarco a Milano di un settore che ha registrato l’anno scorso un giro d’affari di 12 miliardi, di cui 5 grazie all’export. “Ce la metteremo tutta perché questa è una occasione che non ci ricapiterà più chissà per quanti anni - dice Cotarella - ciò che faremo sarà raccontare il mondo del vino italiano. Non servono maghi della comunicazione, ma autenticità”.

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