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Corriere Della Sera

I migliori 14 bianchi d’Italia per Wine Spectator … Il riscatto del Soave. Nella selezione di Wine Spectator che sarà presentata il 21 marzo a Verona, tra i 14 vini bianchi migliori d’Italia 3 vengono dalla terra vulcanica all’ombra del castello scaligero. Era il preferito dagli americani negli anni Settanta. Poi Soave era diventato “il distretto vinicolo più calunniato, incompreso e discusso d’Italia”, scrissero nel 2002 Joe Bastianich (quello di Masterchef) e David Lynch in “Vino italiano”. Ora le eccellenze conquistano nuovi spazi.
Il primo dei Soave Classico premiati per l’evento OperaWine (che aprirà Vinitaly) èLa Rocca 2012, di Leonildo Pieropan. Viene da un unico vigneto di Garganega a ridosso delle mura medievali: le uve si vendemmiano fino alla fine di ottobre, l’attesa e il successivo riposo nelle botti gli donano carattere e longevità. Fino agli anni 60 Pieropan confezionava le bottiglie a mano, le foto in bianco e nero raccontano scene familiari, con le casse nel tinello di casa e le etichette da incollare una per una. Ora Leonildo è l’alfiere del Soave.
Il secondo Soave Classico nella lista è del vignaiolo Graziano Prà, il Monte Grande2013: viene da Monteforte d’Alpone, da vigne di 40 anni, comprende anche Trebbiano di Soave (15%) assieme a Garganega, si affina in botti grandi di rovere. Prà ha rivoluzionato negli anni Ottanta l’azienda paterna: segue la linea del “buono, pulito e giusto”, con la quale si è fatto conoscere.
Il terzo Soave Classico è il Monte Carbonare: il nome evoca il colore scuro della terra, solo uve Garganega. Le produttrici, le sorelle Tessari (Alessandra, Meri e Valentina, vignaiole nel borgo medievale di Fittà) dicono che è “vulcano puro, come avere un pezzo di terra nel bicchiere”. Bianchiste convinte, le sorelle possono contare su una decina di ettari di vecchie viti coltivate a pergola.
L’altra zona su cui puntano (per i bianchi) i critici americani nell’edizione 2015 diOperaWine è l’Alto Adige. Con tre bottiglie. Hanno scelto il Vorberg riserva 2011, un Pinot bianco in purezza da vigneti ripidi e assolati (fino a 950 metri d’altezza) della Terlano, una delle cantine sociali di montagna che hanno garantito la conservazione dell’agricoltura più difficile e meno redditizia, quella in quota. Li ha convinti anche il Beyond the Clouds 2012, un uvaggio con prevalenza di Chardonnay, dal vigneto di Castel Ringberg, che diventa adulto affinandosi 10 mesi in barrique e 6 in bottiglia. La produttrice, Elena Walch, che ha sposato uno degli eredi delle famiglie storiche del vino altoatesino, è riuscita anche con questo vino a dare una spinta moderna alla cantina. Infine hanno puntato sul Kolbenhof 2012 di Hofstätter, un Gewürztraminer, selezione dalla tenuta di Termeno. Uno dei primi vini altoatesini che ha preso il nome dal vigneto d’origine. Il patron è Martin, che ha da poco conquistato anche un avamposto per il Riesling, lungo il fiume Saar, il Germania.
Tre anche le bottiglie dal Friuli Venezia Giulia, il Vintage Tunina 2012, una pietra miliare per i bianchi della regione, ideato nel 1975 da Silvio Jermann, di Farra d’Isonzo, un uvaggio con vitigni internazionali e autoctoni; e il Terre alte 2011, “creazione” del patriarca Livio Felluga, che ha da poco festeggiato il suo centesimo compleanno; e il Col Disôre 2011 di Marco Felluga,che nel 1956 ha messo le basi della sua cantina di Gradisca d’Isonzo, un’azienda pioneristica per l’epoca. Due i bianchi valdostani selezionati: il Chardonnay Elevé en Fût de Chêne 2012, affinato in barrique e seguito, come gli altri vini della Maison Anselmet, dall’enologo Beppe Caviola; e il Cuvée Bois 2012, uno Chardonnay firmato da Costantino Charrère, il fondatore dell’azienda Les Crêtes, nata nel 1989 ad Aymavilles.
In Liguria emerge il Black Label 2013, un Vermentino dei Colli di Luni delle Cantine Lunae Bosoni. Dalla Campania si afferma il CampoRe 2010, un Fiano di Avellino dell’azienda Terredora di Montefusco, antico capoluogo del Principato d’Ultra, in cui “regna” Lucio Mastroberardino. E, infine, il siciliano Eruzione 1614 dell’annata 2013, un Carricante etneo, dei cugini Francesca, Alessio e Santi Planeta.

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