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Corriere Della Sera

L’anno dei rossi ... “Sarà l’anno dei

grandi rossi”. Riccardo Cotarella, il presidente

di Assoenologi e dell’Unione mondiale dei tecnici del settore, ha sul tavolo centinaia di report da tutte le regioni. Ha preparato un dossier con le previsioni sulla vendemmia 2016, appena iniziata. Molte incognite e qualche certezza: “Il clima favorisce i vitigni autoctoni che un tempo avevano bisogno di più tempo per maturare: il Nebbiolo di Barolo e Barbaresco, il Sangiovese di Brunello e Montepulciano, l’Aglianico”. Mai come ora sono i cambiamenti climatici, con sferzate di tipo tropicale, a fare la differenza da vigna a vigna, spiega Cotarella. “Come andrà quest’anno? La quantità di vino sarà minore del 5% o uguale allo scorso anno, circa 19 milioni di ettolitri. La qualità sarà ottima con alcune punte di eccellenza”.

1 primi a vendemmiare sono stati i vignaioli pugliesi, sardi, siciliani. Tra gli ultimi a impugnare le forbici saranno, tra la fine di ottobre e novembre quelli della Valtellina e dell’Etna. La quantità media degli ultimi dieci anni è stata di 45,4 milioni di ettolitri. Quindi le stime per il 2016 sono comunque positive. L’incremento maggiore, di circa il 10%, secondo Assoenologi, si registrerà in Emilia-Romagna, Abruzzo e Puglia. E doppio di quello previsto in Friuli-Venezia Giulia. “Per contro la Sicilia e la Campania produrranno ben il 20% in meno rispetto al 2015. In calo Trentino-Alto Adige, Veneto (che resta la regione più produttiva con 9,3 milioni di ettolitri), Toscana, Marche, Lazio e Umbria. In Piemonte e Sardegna si stima una produzione pressoché uguale al 2015”.

Quello che più importa, comunque, è captare i segnali sulla bontà dell’annata, con tutte le precauzioni del caso, perché i giochi saranno chiari solo a vendemmia ultimata. Il verdetto di Assoenologi: “Per i vini rossi il 2016 potrebbe essere incorniciato come un millesimo da ricordare. Se le prossime settimane saranno ricche di sole e con le giuste piogge, avremo rossi armonici, ricchi di struttura, dai profumi complessi e da lungo invecchiamento, e bianchi profumati, con un giusto equilibrio di acidità, alcolicità, finezza”. Ecco il dossier in sintesi.

Nord In Piemonte, la grandine ha compromesso alcune zone del Nizza. In Franciacorta hanno sofferto di più i vigneti biologici nell’ordine del 5-10%. Se la cava bene la Valtellina, con “qualità assai interessante”. In Trentino i grappoli bianchi pesano meno del solito. Flessione, del 59,. in Veneto, dovuta anche a grandinate e trombe d’aria. E andata bene nel Colli Euganei e nelle doc vicentine. Prospettive positive per Garganega e Corvina (le uve appassite per l’Amarone) e per 11 Prosecco (uve Glera). Nonostante il maltempo in primavera, sale il Friuli-Venezia Giulia. Centro Ottime prospettive per il Sangiovese in Romagna e in Toscana, buone per le varietà storiche del Lambrusco in Emilia. Nelle Marche si attendono “Verdicchio e Pecorino di notevole freschezza” e rossi “espressivi negli aromi”. Un’ottima annata “con vini molto profumati ed equilibrati” dai Castelli romani. In Umbria, a Montefalco, patria del Sagrantino, si farà i conti con un 2016 buono per qualità “ma con rese inferiori alla media”. Per il Montepulciano d’Abruzzo “potrebbe essere una stagione da incorniciare”.

Sud e isole In Campania “si stima una produzione di circa il 20% inferiore rispetto allo scorso anno, con una buona resa uva/vino e un’ottima qualità”. Maturazione accelerata in Puglia: “In termini di qualità le attese sono elevate”. Bene la Sicilia, dove le uve che finiranno in cantine potrebbero essere in calo del 20%. La siccità dimezzerà la produzione di Zibibbo a Pantelleria”. In Sardegna le piogge primaverili non hanno reintegrato le riserve idriche, ma hanno permesso alle viti “un germogliamento uniforme e precoce”.

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