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Corriere Economia / Corriere Della Sera

Bollicine da esportazione ... Il caso Montelvini: +40 per cento nel primo quadrimestre 2012 ... Bollicine da esportazione. Con il calo dei consumi L interni, non solo il manifatturiero trova ossigeno lontano da casa, anche le più tipiche produzioni italiane, quelle legate al food and beverage, hanno trovato sostegno sui mercati esteri. E il caso della trevigiana Montelvini, già nel nome fortemente radicata nel territorio di origine, quel Montello a marcata vocazione vinicola.
Nei primi quattro mesi del 2012 le vendite verso l’estero sono aumentate del 40 per cento. La crescita è risultata trascinata dai mercati dell’Estremo Oriente (in particolare Cina, Singapore, Filippine), che hanno raddoppiato la loro performance ,affiancati da Stati Uniti, Canada e Brasile. Il gruppo di Venegazzù (Treviso), che nel 2011 ha visto maturare all’estero il 15 per cento dei suoi 19,1 milioni di euro di fatturato, punta per l’anno in corso a portare la quota di esportazioni al 20 per cento, con una crescita complessiva del fatturato attorno al 5 per cento, considerando un mercato italiano praticamente stabile. Montelvini nasce nel 1968, quando Armando Serena si stacca dall’azienda di famiglia, attiva dal 1881, e inizia la propria avventura imprenditoriale, che oggi comprende quattro tenute di complessivi 35 ettari. Produzione di punta è il Prosecco superiore di Asolo, una Docg che assomiglia a una rarità: appena 1,5 milioni di bottiglie e solo 13 produttori - quando di Prosecco Doc si producono circa 200 milioni di bottiglie per vendemmia e il più concentrata Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene arriva comunque ai 66 milioni -. Un vino, il Prosecco superiore di Asolo, il cui disciplinare di produzione è il più severo tra tutti i Prosecco, con resa massima per ettaro di 120 quintali di uva e un estratto secco di almeno 16 grammi per litro.
“Non è solo una questione di numeri - sottolinea Serena, anche presidente del Consorzio tutela vini Montello e Colli Asolani -, è il territorio a fare la differenza: c’è il Piave di mezzo”. Condizioni ideali per la coltivazione della vite e in particolare delle uve Glera.

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