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Corriere Fiorentino

La siccità fa già scattare la vendemmia. E il 40% delle aziende lavora in perdita … Coldiretti: Vino di qualità ma rese più basse, sperando che non grandini. Le olive secche cadono a terra… In Toscana si vendemmia già. Così presto non era mai successo. Se nelle ultime estati, le più afose, era capitato che nelle vigne si cominciasse il taglio dei tralci a fine agosto, che nel 2022 avvenga nella prima metà del mese è il risultato dell’eccezionale siccità che colpisce tutta Italia e anche la Toscana. In Versilia, in Maremma, all’Isola d’Elba, il pinot nero è la prima uva a dover essere vendemmiata. Coldiretti Toscana lancia l’allarme sulla quantità di vino che sarà prodotta: se infatti, l’associazione dei coltivatori assicura che la vendemmia sarà “di qualità”, sarà anche “in calo per rese», con circa il 10% in meno rispetto allo scorso anno, sempre che non arrivino grandinate o pesanti temporali, a compromettere ulteriormente la situazione. Ma la crisi riguarda tutta l’agricoltura, tra piante, fiori, ulivi, abeti di Natale. Con quasi il 40% delle aziende dei coltivatori che avrà un “reddito negativo”, ovvero lavorerà in perdita. “Per l’agricoltura toscana tre dei principali “asset” agricoli rischiano un duro contraccolpo economico — dice Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana — Vino e florovivaismo che valgono da soli il 57% dell’intero valore della produzione agricola regionale a cui si aggiunge l’olio che vale invece il 5%, sono i tre settori che trainano la nostra economia agricola regionale; settori a più alto valore aggiunto e con la più alta vocazione internazionale che la siccità sta mettendo in crisi. È evidente la necessità di correre ai ripari in chiave futura. La siccità, con il 90% del territorio regionale in una condizione di criticità estrema, arriva in coda ad un anno di rincari e speculazioni per le aziende agricole il 38% delle quali si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo con un impatto non solo sul fronte produttivo, ma anche su quello occupazionale, ambientale, della biodiversità e della gestione dei territo”.
Ora, per i viticoltori la paura ha paradossalmente il nome di “maltempo”. Perché in quest’estate di siccità il rischio è che eventuali piogge si trasformino in forti temporali o, peggio, i grandinate. Che potrebbero compromettere pesantemente la produzione. È anche per questo motivo che chi ha le uve mature vendemmia già. Una forte riduzione della produzione si attende anche sul fronte dell’olio, perché le olive “più che l’assenza di pioggia hanno sofferto le prolungate “fiammate””, dice ancora l’associazione. E ci sono già olive secche che cadono a terra. Così, l’associazione torna alla carica perché vengano realizzati invasi artificiali che, almeno per le prossime estati, possano salvare i raccolti dai cambiamenti climatici. Ma, in modo pragmatico, rilancia alla Regione la richiesta, già avanzata nei giorni di scorsi, di semplificare la burocrazia per sbloccare oltre 16 mila invasi aziendali privati, che già esistono, ma che sono bloccati, chiusi o “ostaggio” di costi di gestione troppo alti. Per sbloccarli, Coldiretti propone “modifiche alla legge 64 del 2009 e alla gestione delle rocce e delle terre da scavo per semplificare le procedure che potrebbero mettere in condizioni almeno una parte delle aziende agricole di sfruttarli”.

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