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Corriere Fiorentino

Cene di gala, aste, visite col sindaco. L’Oscar del vino a Palazzo Vecchio … Gli invitati sono 275. Il ricavato finanzierà la formazione enologica nel mondo. Dal 15 al 17 ottobre… L’elite mondiale del vino è attesa a Firenze il prossimo autunno. Una tre giorni dal 15 al 17 ottobre riservata a 275 invitati che culminerà con i Golden Vines Awards, cerimonia in stile Oscar nel Salone dei Cinquecento per premiare i migliori produttori di fine wines al mondo e le leggende dell’industria del vino globale. A cucinare per la cena di gala sarà Massimo Bottura. Previste oltre 500 bottiglie di Champagne Dom Pérignon P1 e P2, dell’alsaziano Clos Sainte Hune di Trimbach, di Cheval Blanc e Chateau d’Yquem da Bordeaux e di whisky Macallan. Servizio e abbinamenti saranno supervisionati da Marc Almert, miglior sommelier al mondo 2019. Oltre 100 lotti di grandi vini da collezione saranno battuti nella prima asta organizzata per l’occasione da The Golden Vines che, con la collaborazione della casa d’aste internazionale Zachys ha previsto anche un incanto online. Annunciato un artista importante per intrattenere gli ospiti: nella prima edizione dello scorso anno fu Kylie Minogue. L’obiettivo è raccogliere 1,2 milioni di sterline per la fondazione Gerard Basset a favore della parità e dell’inclusione nei programmi di formazione dell’industria del vino, dei distillati e dell’ospitalità. Non a caso, nell’ambito del programma dei tre giorni, è prevista anche un’altra cena di gala per celebrare i 4 vincitori delle borse di studio messe a disposizione proprio dalla fondazione tramite Golden Vines. In quel caso a cucinare saranno Davide Oldani e il toscano Matteo Lorenzini con altre 500 bottiglie offerte da Antinori con Solaia, Emidio Pepe col Trebbiano d’Abruzzo, Krug (Gran Cuvee e vintage), Ruinart, Taylor’s ed Hennessy. Degustazioni private, visite alle cantine, pranzi come quello previsto alle cantine Antinori a Bargino nel Chianti Classico e masterclass con Hennessy, Dom Pérignon, il Domaine Arnoux-Lachaux premiato lo scorso anno, Istvan Szepsy e 4 enologi leader di Montalcino. L’invito “vip” prevede anche un tour privato col sindaco “al museo” immaginando si tratti degli Uffizi. Come ha spiegato Liv Woodhouse di The Golden Vines, essendo un evento di beneficenza “agli invitati sono offerti due pacchetti: il general ticket a poco più di 7 mila euro e quello “vip” a quasi 12 mila euro”. Lo scopo infatti è quello di finanziare un pari accesso alla formazione anche nel mondo del vino che è la mission per la quale è nato The Golden Vines, il lascito del grande Gerard Basset. Il francese, ex campione del mondo dei sommelier, è l’unica figura al mondo che è stata capace di concentrare i titoli di Master of Wine, Master Sommelier e direttamente dalla regina quello di OBE, Order of the British Empire. Una figura, scomparsa nel 2019, non solo stimata ma anche amata nel mondo del vino globale. Il report annuale redatto da Liquid Icons, una delle società di ricerca di Basset, è uno degli strumenti considerati tra i più preziosi nell’analisi e nelle previsioni del mondo del vino. L’ultimo documento, in attesa del prossimo che verrà reso noto proprio a Firenze, riporta alcuni dati di ottimo auspicio per il vino toscano. Il potenziale di crescita dell’Italia è secondo solo alla Francia in un testa a testa tra regioni con la Champagne seguita da Piemonte, Borgogna e Toscana. Piemonte e Toscana sono però sempre nelle previsioni di Liquid Icons, tra quelle col minor potenziale di decrescita. Non un caso forse che l’elite del vino abbia deciso di ritrovarsi a Firenze. Ma dietro c’è la regia di Antinori. “Il progetto di Lewis Chester e di Golden vines ci è piaciuto subito molto — ha spiegato Allegra Antinori — l’idea cioè di devolvere le risorse raccolte a persone di etnie diverse e con meno possibilità per dar loro la possibilità di una educazione vinicola”. Dopo il Simposio dei Master of wine nel 2014, il capoluogo toscano si prepara a una nuova tre giorni al centro del vino mondiale.

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