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Corriere Fiorentino

Il Bacco di Caravaggio dagli Uffizi al Vinitaly … Sarà esposto insieme all’opera di Giudo Reni tra le eccellenze del Made in Italy… Ci saranno due opere degli Uffizi al Vinitaly che s’inugura a Verona il 2 aprile. Il Bacco fanciullo di Guido Reni e quello di Caravaggio. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ringrazia quello della Cultura Gennaro Sangiuliano e il direttore delle. Gallerie fiorentine Eike Schmidt per questo “prestito” che andrà a portare bellezza all’evento “Bacco divino” con cui si apre la kermesse. Si tratta di due capolavori, sottolinea Lollobrigida, “dal valore incalcolabile e portati a Veronafière e al grande pubblico a zero spese, grazie alla collaborazione del ministero della Cultura, degli Uffizi, di Generali, per rendere ancora più evidente che il vino non è solo un fattore di rischio alcolico ma anzi, oltre che un bere del benessere se consumato con moderazione come insegna la Dieta mediterranea, una espressione di una cultura secolare che ha permeato anche le Belle arti”. La decisione potrebbe innescare delle polemiche. Perché il Bacco di Caravaggio si trova nella lista degli inamovibili degli Uffizi aggiornata al settembre 2022 in cui compaiono anche la Medusa, Amorino dormiente, e il Sacrificio di Isacco dello stesso artista oltre ad altri capi d’opera di Botticelli, Andrea del Sarto, Beato Angelico, Cimabue — e sono solo degli esempi. In verità all’articolo i del regolamento si legge che tali opere “sono escluse dall’uscita temporanea dal territorio nazionale”, secondo quanto recita il decreto legge n. 42 del 22 gennaio 2004. Il trasferimento temporaneo a Verona non sarebbe dunque passibile di critica. E ricordiamo che Amorino dormiente arrivò fino a Lampedusa nel giugno 2016 per l’inaugurazione del “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo”, nell’isola degli sbarchi. La polemica, però potrebbe essere dietro la porte. Quando nel 2020 alle Scuderie del Quirinale si organizzò la mostra su Raffaello, in polemica con il prestito a Roma del Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, che per l’occasione era stato restaurato dall’Opificio delle pietre dure, si dimise in blocco il comitato scientifico degli Uffizi. In una lettera indirizzata agli enti che li avevano nominati, Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso, spiegarono di aver lavorato per mesi alla lista delle opere inamovibili del museo, lista approvata anche dal direttore Eike Schmidt e di essere contrari a quel prestito. L’opera partì, per poi tornare a Palazzo Pitti a finé mostra.

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