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Corriereconomia / Corriere Della Sera

Lunelli Ci siamo organizzati per creare un polo del vino ... “Ci sarà un consolidamento. Prendiamo spunti dalla moda” I patti di famiglia del 2011, il passaggio alla terza generazione ... per indicare qual è la linea su cui si muove la famiglia, Matteo Lunelli cita Goethe:
“Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, se vuoi possederlo davvero”. Lunelli è il presidente, membro della terza generazione, della società che controlla Ferrari, marchio di spumanti noto nel mondo; quarta se si considera il fondatore Giulio Ferrari che, non avendo figli, cedette il marchio a Bruno Lunelli nel 1952.
Ha appena ricevuto il premio Alberto Falck dall’Aidaf perché “in un Paese come l’Italia dove stiamo vivendo un delicato momento di cambio generazionale per molti gruppi la famiglia Lunelli Costituisce un esempio da seguire. “Un onore - dice Matteo Lunelli -. Questo è un premio che va alla seconda generazione per aver avuto il Coraggio di darci le responsabilità quando eravamo relativamente giovani; e a tutti i nostri collaboratori”. Cinque fratelli i componenti della seconda generazione. Sei i componenti della terza, che salgono a otto se si comprendono le due nipoti di Luigi che, non avendo figli, ha passato una parte delle azioni. alle nipoti della moglie, Giulia e -Sara Berloffa. La quarta generazione già si affaccia, anche se ancora piccola di età.
La data di snodo per la società trentina è il 2011, con il passaggio del testimone tra Luigi (detto Gino) Lunelli e il nipote Matteo e l’ingresso nel consiglio di amministrazione di due membri esterni come Lino Benassi e Innocenzo Cipolletta. “Persone molto esperte e di grande fiducia che svolgono un ruolo essenziale per un’azienda familiare come la nostra”. Le decisioni del 2011 sono state l’esito di un percorso che Matteo Lunelli ricorda come “lungo e affascinante, in cui ci siamo dovuti confrontare per arrivare a definire le regole del gioco attraverso la stesura dei patti di famiglia: un sistema di diritti e doveri che i familiari/azionisti hanno convenuto liberamente di sottoscrivere per tutelare il buon funzionamento dell’impresa e della famiglia. Considero queste regole un’eredità importante che ho ricevuto da mio padre, che purtroppo poi è mancato. Regole che ci permettono di tutelare l’azienda e di evitare in futuro potenziali discussioni. Un asset importante per l’impresa”.
La holding principale della famiglia si chiama Lunelli spa e nel grafico in pagina sono indicate le partecipazioni che rappresentano il core business: oltre a Ferrari, le tenute (in Trentino, Toscana e Umbria), la grappa Segnana, acqua Surgiva e il 50% di Bisol, l’azienda vinicola trentina entrata nell’orbita dei Lunelli lo scorso aprile. Il bilancio consolidato del 2013 indica ricavi per 55 milioni di euro e utili netti per con 3,6 milioni, mentre nel 2014 il fatturato aggregato del gruppo sfiorerà gli 80 milioni, grazie alla crescita del 10% delle singole business unite alla neo-acquisita Bisol.
La holding ha poi alcune partecipazioni che rappresentano le diversificazioni della famiglia, soprattutto nella sostenibilità (una delle direttrici dei Lunelli anche nel vino: sono stati eliminati i diserbanti e i fertilizzanti chimici e due delle tre tenute sono biologiche, la terza è in divenire), nell’energia e nella filiera del made in Italy. Lunelli è infatti tra i soci sia di Eataly, il gruppo fondato da Oscar Farinetti (ha il 3,75% di Clubitaly, che a sua volta ha il 20% di Eataly srl), sia di Stil Novo, la start up di Paolo Zegna per aiutare le piccole e medie imprese a esportare.
“Non c’è dubbio che l’export sia una delle nostre sfide più grandi dice Lunelli . Vogliamo proporre Ferrari nel mondo come simbolo dell’arte italiana e del vivere italiano e come espressione del Trentino la nostra è una “bollicina” di montagna, proveniente da uve tutte coltivate sui monti del Trentino e per questo ci viene facile dialogare con i marchi del made in Italy”. L’ingresso dei brand della moda nell’alimentare non fa paura? “Direi invece che ha portato dinamismo e insegna a comunicare e a emozionare”.
Non crede, Lunelli, che nel vino ci sarà una corsa allo shopping da parte dei grandi gruppi della moda, “queste sono aziende che hanno un legame molto intimo con il territorio”, ma certamente “ci sarà un consolidamento nel settore, molto frammentato, e noi vogliamo essere un polo aggregatore”. Se si dovesse presentare l’occasione buona, la famiglia non scarterebbe l’ipotesi della Borsa odi un socio finanziario. Un’ipotesi che non è all’orizzonte e che, in ogni caso, non porterebbe mai la famiglia in minoranza.

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