02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriereconomia / Corriere Della Sera

Guala e il Premio Nobel:
così i tappi cli bottiglia
diventeranno intelligenti … Si è innamorato di Guala visitando lo stabilimento che ha in Scozia. Lui è Kostantin Sergeevic Novoselov, premio Nobel per la Fisica nel 2010. Il contatto è avvenuto grazie a due giovani ricercatori italiani, un ingegnere e una chimica appena usciti dal Politecnico di Torino e contrattualizzati dall’azienda guidata da Marco Giovannini. Potremmo definirlo un illuminante caso di sinergia tra università e impresa che ha coinvolto anche un guru del grafene, materia che promette di rivoluzionare anche l’industria mondiale delle “chiusure” per bottiglie: vino, olio, superalcolici. Novoselov è rimasto colpito dalla intraprendenza di questi due giovani italiani e dal Livello di automazione industriale raggiunto dalla leader mondiale di tappi in alluminio. Il progetto è ancora allo stadio embrionale ed è nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro. Potremmo riassumerlo così: con qualche grammo di grafene applicato sul tappo è possibile legare un chip capace di comunicare con smartphone e tablet mediante il sistema Nfc (dall’inglese Near Field Communication), una tecnologia che fornisce connettività wireless a corto raggio in grado di fornire al consumatore finale tutte
le informazioni sulla bottiglia in termini di anti-contraffazione e di controllo della filiera. Il grafene è resistente e duro come il diamante, meglio del rame come conduttore e di una
malleabilità spaventosa (un
grammo può essere spalmato
su una superficie dai 500 ai
750 metri quadri). E’ bidimensionale (è composto da un solo
strato di atomi di carbonio) e
infinite possibilità di applicazione. Ecco perché l’idea è di utilizzarlo nella produzione di tappi «intelligenti »: inserito nella vernice di un fregio o una scritta, potrebbe trasformarla in unintenna per la trasmissioni dati di microchip anti-taccheggio (uno dei flageffi delle bottiglie esposte nei super market), per il carico-scarico delle scorte. Senza contare che con lo 0,1% di grafene si può ottenere una sostanza plastica più resistente del 30%.
Guala per ora produce 15 miliardi di tappi all’anno in plastica e alluminio. Con il grafene conta di produrne circa un terzo nel giro di qualche anno. Dice Giovannini che si tratta di un progetto su cui l’azienda crede moltissimo. La concorrenza a basso costo di matrice asiatica comincia a farsi sentire anche nel mercato delle chiusure di bottiglie ed è necessario salire di gamma unendo tecnologia e chimica dei materiali. Guala collabora per questo anche con Directa, società attiva nel segmento dei nanomateriali. Tuttavia il grafene prodotto da Directa non viene usato per produrre circuiti elettrici, ma per dare resistenza meccanica ai pezzi in materiale plastico. ll materiale utilizzato per le piste conduttive è invece prodotto dall’istituto italiano di tecnologia di Genova, coinvolto recentemente dal governo nella realizzazione di un polo di ricerca nell’area di Expo. Così la sensazione è di trovarsi di fronte ad un esempio su piccola scala di ciò che, soprattutto negli Stati Uniti, avviene regolarmente. Un progetto ideato da due giovani leve fresche di università con rapporti ed entrature all’estero e il supporto di un istituto d’avanguardia, come quello di Genova.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024