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Corriereconomia / Corriere Della Sera

Crescita la rincorsa al vertice delle 13 case ... A ridosso del quintetto al vertice scalpitano 13 aziende con fatturato da 80 milioni in su. A cominciare da Cavit che conquista il sesto posto, con 166,8 milioni di fatturato, a spese della Fratelli Martini. Il super Consorzio di il cantine trentine, oggi presieduto da Bruno Lutterotti, è il riferimento di 4.500 viticoltori e presenta il suo primo consolidato che ingloba la controllata tedesca Kessler, casa che ha potenziato l’area spumanti dell’azienda di Ravina (Trento) guidata da Enrico Zanoni. A 4 milioni di distanza, segue la Fratelli Martini di Cossano Belbo k Cuneo). Proprietà di Gianni Martini l’azienda vinificatrice e imbottigliatrice ha registrato negli ultimi anni una crescita contenuta che ha determinato la sua discesa al settimo posto.

E’ invece brillante (+13,1%) il progresso della Casa vinicola Botter, guidata dall’omonima famiglia, che sale così all’ottavo posto, operando all’estero con taglio industriale. Stessa impronta anche per l’Italian wine brands (Iwb), gruppo vinicolo quotato in Borsa (sul mercato Aim). Presieduta da Mario Resca ha due gambe: la piemontese Giordano vini. attiva nella vendita diretta e la Provinco Italia che opera solo all’estero nel canale della grande distribuzione. Iwb è pronta a fare shopping: “Cerchiamo aziende coerenti con il nostro business che ci portino sinergie industriali e quote di mercato”, chiarisce l’amministratore delegato Alessandro Mutinelli. “Fare aggre gazioni oggi sarebbe facile, ma in molti casi ci troviamo di fronte ad aziende con grande patrimonio immobiliare, pesante magazzino e debiti bancari”, precisa ancora Mutinelli, anche interessato a partnership con operatori web, dotati di un buon portafoglio clienti ma sprovvisti di quella piattaforma logistica che Iwb è in grado di fornire grazie alla Giordano: “Siamo la prima azienda del vino italiano nell’ecommerce”, sottolinea Mulinelli. Grande è bello a casa Enoitalia della famiglia Pizzolo che compie 30 anni e ha girato la boa del 2015 con 135 milioni e un incremento del fatturato del 6,7% superiore alla media. “Siamo una grande azienda industriale e crediamo che proprio grazie a importanti volumi siano possibili quelle economie di scala che permettono di dare al consumatore qualità al giusto prezzo”, dice Giorgio Pizzolo, a capo dell’azienda che porta sul mercato 89 milioni di bottiglie.

Diverso il modello operativo di Santa Margherita, undicesima con oltre 118 milioni di fatturato. Alle sue spalle tre gruppi cooperativi a partire dal Consorzio romagnolo Cevico, dodicesimo, con 112,5 milioni (considerando anche le vendite dirette delle cantine socie il fatturato sale a 127 milioni). Presieduto da Ruenza Santandrea, Cevico è il punto di riferimento di 5 mila viticoltori e varie cantine, per un totale di 7 mila ettari di vigneti e 1,3 milioni di quintali di uva lavorata al servizio di tutte le tipologie dei vini della regione. In crescita sostenuta l’export che oggi rappresenta il 27,8% del fatturato totale contro il 19,1% del 2014.

Al tredicesimo posto, con 106 milioni, c’è la Cantina di Soave guidata da Bruno Trentini: 2.200 soci e 6 mila ettari di vigneti l’azienda ha varato l’ambizioso progetto di ampliamento della cantina (avrà una capacità di 80 milioni di bottiglie, tre volte il livello attuale) con un investimento iniziale di 55 milioni. Solo 2 milioni separano la

Soave dal Collis Veneto wine group che entra per la prima volta nell’area big con 104 milioni. Il Consorzio nato nel 2008, ha casa a Monteforte d’Alpone (Verona), conta 2.500 soci titolari di 6.700 ettari di vigneti ed è guidato da Giancarlo Lechtaler. Il suo primo consolidato comprende la controllata Riondo, braccio operativo nei vini imbottigliati, fresca dell’accordo commerciale in Usa con la Terlato wines di Chicago. Come lo scorso anno, sono 14 le aziende over 100 milioni.

Subito sotto tre aziende al galoppo. Supera i 95 milioni con una crescita del 10,80/. Marchesi Frescobaldi, da 700 anni di proprietà della casata fiorentina. Segue Ruffino a 92,4 milioni: guidata da Sandro Sartor, l’azienda toscana che fa capo alla Constellation brand ha un giro d’affari dovuto per oltre il 900/. dall’export. Con il suo primo consolidato che comprende la controllata Barone Montalto, Mondodelvino group, entra nell’area big
a quota 17 con 91 milioni. La holding di Forlì, diretta da Alfeo Martini, ha tre facce: “Siamo azienda commerciale con Mgm, siamo produttori con Barone Montalto e Poderi dal Nespoli e siamo industriali con la Cuvage per la produzione di spumanti”, spiega Marco Martini,

responsabile commerciale e presidente dell’azienda romagnola dal Nespoli.

Chiude questa fascia alta di mercato, con 83,5 milioni, La-Vis: la coop trentina si lascia alle spalle il secondo commissariamento e riparte con un vertice nuovo di zecca: dal direttore generale Massimo Benetello al nuovo consiglio presieduto da Pietro Patton. “Con un piano quinquennale molto rigido e una governance ben definita siamo in grado di riprendere lo sviluppo - assicura Benetello -. E con i nostri inarchi, a cominciare da Cesarini Sforza, abbiamo buone possibilità di crescita in Italia”. Dall’area big è uscito il gruppo Campari che figura ora a quota 62 con 23,6 milioni: la nuova strategia nel comparto vino è focalizzata sulle due proprietà Tenute Sella Mosca in Sardegna guidata da Gian Matteo Baldi e Teruzzi Puthod in Toscana.

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