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Allegrini 2024

D / La Repubblica Delle Donne

Un pinot vulcanico ... L’Italia vanta zone viticole di pregio su aree vulcaniche. Si pensi all’Isola d’Elba per l’Aleatico, a Pantelleria con lo Zibibbo (etichette: Murana, Donnafugata, Abraxas), Ischia (Casa d’Ambra e Pietratorcia). E soprattutto alla Sicilia, terroir in notevole ascesa, con la zona etnea. E sull’Etna (etichette: Benanti, Scammacca) Giacomo Tachis, consulente dell’Istituto sperimentale della vite e del vino di Sicilia, ha avviato una campagna per riportare sulle pendici del vulcano più alto d’Europa il pinot nero. Scorrendo la mappa del mondo ci si accorge che ha visto giusto. Perché in altre zone vulcaniche (alle pendici del Vesuvio, nei Campi Flegrei, attorno al Trasimeno e sui colli laziali) si dà corso a uva rossa: Piedirosso, Aglianico, Merlot. Ma è seguendo le rotte del “nuovo mondo enoico” che s’incontrano zone vulcaniche di pregio. In Cile soprattutto nella regione del Blobio e in quella storica del Malpo dove si coltivano Merlot, Chardonnay, Sauvignon, Pinot Nero e di recente Carmenere (eitchette: Santa Carolina, Santa Rita, Undurraga). Tutta la cosiddetta fascia vulcanica del Pacifico Influenza il Sud della California, i Sauvignon dell’Isola del nord della Nuova Zelanda e perfino le poche vigne del Giappone. Vini di differente qualità (in tutta Italia sono reperibili da WineGodot di Bologna, da Peck a Milano, da Teatro del Vino di Firenze) ma che hanno in comune tre caratteristiche: forte acidità, evidente mineralità, e bouquet complessi. Che sia il calore dei vulcani?

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