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ICE PECHINO

Dietro alla crescita del vino italiano in Cina, gli investimenti e le strategie dell’Ice

A WineNews il direttore Ice Pechino Amedeo Scarpa: “in questo Paese, per un Paese piccolo come l’Italia, solo fare sistema può fare la differenza”
AMEDEO SCARPA, CINA, ICE PECHINO, vino, Italia
Il direttore di Ice Pechino Amedeo Scarpa

È il mercato più ambito e più competitivo, quello che garantisce i migliori margini di crescita nei prossimi anni, ma anche il più grande, per dimensioni, e complesso, per diversità culturale: è la Cina il target del vino italiano, partito in evidente ritardo rispetto a competitor come Francia ed Australia, ma ormai in piena corsa, da ogni punto di vista. Lo dicono i numeri, che è sempre utile ricordare: la quota di mercato del vino italiano è passata dal 4,93% del 2015 al 7,03% del primo trimestre 2018, grazie ad una crescita del +62,82% sul trimestre precedente, ma è ancora più straordinaria l’evoluzione del prezzo medio, passato dai 3,63 dollari al litro del 2015 ai 4,72 dollari del 2017, in controtendenza rispetto ai ribassi che hanno invece colpito le importazioni da Francia, Australia, Cile e Spagna. Ma cosa c’è dietro a questa evoluzione tutt’altro che ordinaria? In una parola, la promozione. Di cui si sono fatti carico in molti, da Vinitaly a Slow Food, dal Gambero Rosso a Federvini, Uiv e Federdoc, ma a mettere insieme gli sforzi di tutti, con una mole di investimenti importanti ed una capacità infrastrutturale che nessun altro può vantare, è l’Ice, l’agenzia per la promozione del made in Italy all’estero, diretta emanazione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (www.ice.it).
Un ruolo centrale, di regia, ribadito con orgoglio, a WineNews, dal direttore Ice Pechino, Amedeo Scarpa: “le esportazioni di made in Italy verso la Cina lo scorso anno sono cresciute del 22,2%: stiamo parlando di un aumento di quasi un quarto in valore. E, stando ai dati delle dogane cinesi, ancora più straordinaria sarebbe la crescita registrata nel primo trimestre di quest’anno. E valori record - sottolinea Scarpa - hanno registrato sia l’agroalimentare nel suo complesso (+18%) che il vino: addirittura +63% nel primo trimestre di quest’anno, che si innesta sul dato positivo del 2017”. Una quota che, “in meno di 18 mesi di forte promozione pubblica ed investimenti privati è passata dal 4,6% al 7%, ed in classifica siamo risaliti dal quinto al quarto posto, superando la Spagna”.
Investimenti promozionali, finanziati proprio dai due Ministeri, che si sono tradotti in una serie di iniziative che, a guardare i dati, stanno dando i loro frutti. “Merito - riprende il direttore Ice di Pechino - di un approccio multilevel, che ha riguardato la formazione di promotori cinesi del vino italiano (ne abbiamo formati 500 in meno di due anni, in 11 città della Cina, con i Corsi “ITAlian wines & spirits”; la comunicazione, con gli eventi offline2online “I love ITAlian wines”, realizzati da tutta la rete Ice in Cina in collaborazione con gli altri attori privati, grazie a cui abbiamo raggiunto oltre 55 milioni di punti di contatto sul web, e a settembre partirà una imponente campagna sul web cinese, sulla falsa riga di quanto fatto in Usa; e ancora - continua Scarpa - abbiamo puntato sulla promozione vendite, cogliendo le stagionalità del mercato, con settimane dedicate al food and beverage italiano mai tanto promosso ed esposto sugli scaffali delle catene Olé, Corner’s Deli, 1919, Hema, BHG Market Place, Jenny Lou”.
Insomma, tante iniziative in campo, ed una certezza: “in questo Paese (la Cina, ndr), per un Paese piccolo come l’Italia, solo fare sistema può fare la differenza. E la sta facendo - ribadisce Scarpa - come nel caso citato del vino. Con un’azione ed una strategia che, è bene ricordarlo, nascono da un’analisi scientifica, condivisa con gli stakeholders, realizzata ormai 2 anni fa, ma ancora utilissima: “Mapping And Profiling Of Chinese Consumers Of Imported Bottled Wine
In China”. Realizzata in 10 città della Cina, ci ha dato modo di individuare i punti da aggredire, l’approccio da tenere, gli investimenti da fare ed il piano operativo che è poi seguito a tale analisi strategica, condivisa al “Tavolo vino Cina” inaugurato al Ministero dello Sviluppo Economico”.

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