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Ma il vino italiano è davvero in crisi?La risposta al quesito viene da un’analisi dell'Osservatorio del Salone del Vino di Torino ... Ma il vino è davvero in crisi? E’ questa la domanda a cui ha cercato risposte la prima analisi del 2005 condotta dall'Osservatorio del Salone del Vino. Pur rimanendo bassa, la fiducia degli operatori è tuttavia in risalita dal picco negativo toccato nel primo semestre del 2004. E’ il primo sintomo di una leggera ripresa del settore che beneficia sostanzialmente di due fattori: il moderato recupero dei consumi sul mercato interno e i sintomi di risveglio nell’export con la sostituzione del principale mercato, la Germania, con quello dei paesi dell'Est. Le cantine italiane dopo un periodo di forte contrazione della domanda dall’estero hanno cominciato ad esplorare nuovi mercati. In particolare tra il primo trimestre 2005 e il quarto trimestre 2004 hanno dato soddisfazione agli operatori il mercato russo (+ 18%) il mercato statunitense (+ 8%), in generale i mercati dei paesi dell’Est (+ 9%).

L’analisi evidenzia una sostanziale tenuta dei consumi interni che danno segni di ripresa. Il fattore decisivo rimane comunque il rapporto prezzo qualità, così come nell’export, soprattutto sul mercato Usa dove il fattore prezzo è diventato decisivo.

Secondo i dati Ismea, che l’Osservatorio ha rielaborato, gli andamenti dei prezzi all’origine dei vini sfusi da tavola bianchi sono in discesa passando dai 3,52 euro a grado nel maggio di un anno fa ai 2,62 euro di maggio 2005 e per i rossi si è passati, nell'arco di un anno, da 3,71 a 2,74 euro a grado. Ancora più marcata la flessione dei prezzi, all'origine e sfusi, dei vini a denominazione passati in unanno da 100,37 euro a 88,81 euro al quintale e per i rossi da 129,93 euro a 101,39 euro al quintale. La riduzione della forbice di prezzo tra bianchi e rossi (per i vini da tavola si è passati da uno spread di 25 a uno di 5 punti percentuale sui prezzi all'origine tra le due tipologie) è un’altra spia della mutazione della domanda che va alla ricerca di vini buoni di prezzo basso e di consumo immediato.

Le tendenze di mercato e di consumo indicano che c'è un riavvicinamento del bianco rispetto al rosso con un significativo incremento delle bollicine e una ripresa di attenzione di consumo dei rosati (in Gran Bretagna il consumo di rosati è passato dal 2,8% al 5,7 % del mercato). Si conferma anche che la piramide del vino è stata ridisegnata dai consumatori. Oggi i livelli sono così strutturati: il vino quotidiano o alimento, il vino leisure o di piacevolezza, il vino ostentazione e infine il vino da sogno. La base e il vertice di questa nuova piramide dei consumi sembrano già fuori dalla crisi mentre i due livelli intermedi, che corrispondono anche ad una fascia di prezzo compresa tra i 15 e i 30 euro, sono quelli che maggiormente stentano non solo sul mercato interno, ma anche su quelli internazionali.

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