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Finanza & Mercati

Si beve meno, ma qualcuno fa più affari … Gli italiani alzano sempre meno il gomito. Dal 1975 ad oggi il consumo di alcolici è letteralmente precipitato. Ventotto anni fa un italiano bevevo in media 104 litri di vino l’anno, mentre nel 2002 si sono ridotti a 51. Sorte simile per i superalcolici, passati da 4,5 a 0,9 litri. In compenso c’è stato un exploit della birra: dai 12,8 litri procapite del 1975 si è arrivati a i 28,2 di un anno fa. Ma, in totale, in Italia - secondo una ricerca di Assobirra - la quantità di alcol (puro) bevuta si è ridottala 12,8 a 7,4 litri. Un dato che fa dell’Italia uno dei Paesi più sobri d’Europa. I nostri vicini infatti registrano consumi superiori e in aumento: basti pensare a Gran Bretagna e Spagna dove si bevono in media 8,4 e 10 litri di alcool l’anno. Insomma, una buona notizia per chi ci tiene alla salute, visto che i medici sono d’accordo nel dire che un bicchierino al giorno fa bene, ma se si va oltre iniziano i guai. D’altra parte, i costi legati all’abuso sono altissimi e la Società italiana di alcologia ha calcolato che nel nostro Paese si spendono circa 5,6 miliardi l’anno in spese sanitarie e sociali. Un bel cruccio per le società che producono e vendono spirits, che negli ultimi anni fanno i conti con un mercato in recessione. Un problema che non riguarda Diageo Italia, filiale di una delle più grandi multinazionali del settore. Al 30 giugno 2003 la società ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 4,5 milioni, vale a dire il 66% in più rispetto a un anno prima. Con un fatturato di 176 milioni (+10,3%) e la previsione di aumentarlo del 7-10% nel 2004, Diageo giustifica il suo successo alla differenziazione dei prodotti: più birra e e softdrink. Ma anche grazie al “marketing responsabile”, ovvero la messa al bando dell’idea che l’alcool in poltrona sia sinonimo di successo sociale e persino sessuale. Peccato per quello spot del Baileys – marchi odi punta di Diageo – in cui una giovane è conquistata dall’aroma di crema di whisky rimasto sulle labbra del belloccio di turno. Ma le eccezioni, si sa, confermano la regola.

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