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Finanza&mercati

«La vera specializzazione sono i servizi» La teoria di Mantovani (Fiera di Verona) è semplice: «Un’azienda fieristica cresce anche per linee esterne con un’offerta che non sia solo esposizione. Occorre trasformarsi in imprese che integrino servizi e li rendano agevoli a espositori e operatori. Dobbiamo imparare da quanto accade all’estero»... Offrire servizi e non soltanto spazi. Imparare da quanto succede all’estero per far crescere il nostro sistema fieristico. La teoria di Giovanni Mantovani, direttore generale della Fiera di Verona è semplice. «Un’azienda fieristica cresce anche per linee esterne con un’offerta maggiore di servizi. Occorre, cioè, fare delle Fiere aziende che integrano servizi e li rendono agevoli agli espositori e operatori. Dobbiamo vedere e imparare da quello che succede all’estero».
Ma occorre anche un calendario che eviti doppioni e sovrapposizioni.
Riteniamo che una razionalizzazione del settore sia necessaria. Soprattutto è fondamentale una crescita internazionale delle manifestazioni.
Realizzare dei poli fieristici dedicati potrebbe rappresentare il futuro del sistema? Verona potrebbe diventare la capitale del vino?
Certo, occorre evitare la frantumazione. Noi per esempio abbiamo le eccellenze in tre quatto settori, che hanno a che fare con l’economia del territorio e con la distrettualità in cui noi operiamo: arredo, marmo, movimento terra, agroalimentare. Ho una teoria: per fare fiere occorre avere la location giusta e una città come Verona è un plus, offre qualcosa in più che non c’è altrove. Verona è particolare, per storia, tradizione, per cultura che riesce a offrire a chi fa turismo di affari».
Veniamo alle manifestazioni. Vinitaly e Verona sono sinonimo l’una dell’altra. È un vantaggio o un limite per una possibile crescita? Il Vinitaly è una manifestazione al centro di un’area produttiva di grande importanza. Verona rappresenta il baricentro della produzione di vino de] centro nord Italia. E poi ha un legame molto saldo con il territorio. Insomma, la manifestazione è un patrimonio di tutto il settore vinicolo italiano. Un marchio che riesce a rappresentare il Made in Italy all’estero grazie a manifestazioni in India, Russia, Usa e Cina e grazie alla collaborazione con Cibus che insieme rappresentano il meglio del food and wine.
Dopo il successo degli anni Novanta, Vinitaly ha segnato il passo nel gradimento per poi riprendersi.
La crisi d’inizio degli anni Duemila è già ampiamente superata perché abbiamo cambiato strutturalmente la logica della manifestazione. Se fino agli anni Novanta le fiere erano fornitori di aree espositive ora forniamo servizi e il primo servizio sono gli operatori internazionali e nazionali che gli espositori si aspettano. Abbiamo posto l’accento sulla domanda, abbiamo effettuato una focalizzazione forte con una grande selezione degli operatori e del pubblico specializzato di professionisti con un tasso molto alti di internazionalizzazione, quasi il 37 per cento.
Verona cerca una specializzazione nel mondo dell’agroalimentare?
Abbiamo uno presenza piuttosto ampia: Vinitaly, Agrifood, le manifestazioni delle tecnologie alimentari, il Siab, Enolitech, Sol, il salone dell’olio. Una vocazione naturale nell’agroalimentare perché al centro di un zona con un forte asset agroalimentare. Fieracavalli è la fiera che ha subito la trasformazione più profonda essendo la più antica con 120 anni. Tradizione che, invece, si concentra attorno a Fieragricola giunta a 110 anni. Manifestazione biennale, è l’unica fiera orizzontale, cioè di tutti i settori per una agricoltura moderna e avanzata.
Ma non c’è solo Vinitaly. Quali sono gli altri eventi che caratterizzano la fiera?
Verona è molto altro. Abbiamo una forte specializzazione nel settore della arredamento e dell’abitare come Abitare il tempo e Vivi la casa, Legno e edilizia, manifestazioni specializzate per sviluppare nicchie di mercato. Abitare il tempo, poi, è un vero punto di riferimento per l’arredo, l’interior designer, per le anteprime del settore. Abbiamo Marmo e macchine, la più importante a li- vello mondiale nel settore del marmo, ma anche questa contaminata molto con l’abitare.
(arretrato di Finanza&Mercati del 23 gennaio 2007) 

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