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Finanza&mercati

Vitivinicolo, calice amaro dall’Ue “A rischio 80mila posti di lavoro” ... Accoglienza fredda da parte delle associazioni di categoria per l’Ocm vino presentata ieri a Bruxelles nonostante le modifiche dell’ultima ora. Allarme coop sul versante occupazionale, mentre Confagricoltura denuncia la perdita del controllo della filiera... “Non condividiamo la proposta di spendere oltre un miliardo di euro del budget comunitario in cinque anni, per l’estirpazione dei vigneti, è una misura che porterà una perdita occupazionale di 320mila addetti, considerando l’intero indotto che ruota attorno al comparto vitivinicolo europeo che si tradurrebbe in una perdita di occupazione di 80 mila addetti in Italia”.
Sta nei numeri la reazione del sistema agroalimentare cooperativo italiano, che parla per bocca di Paolo Bruni, alla proposta di riforma dell’Ocm vino presentata ieri a Bruxelles dal commissario alle politiche agricole Mariann Fischer-Boel. Nonostante il dimezzamento del numero complessivo di ettari di vigneti da estirpare (da 400mila a 200mila) e l’introduzione di alcune clausole di salvaguardia che gli Stati membri potranno applicare quando giudicheranno che le estirpazioni potrebbero avere conseguenze negative per l’ambiente e per i suoli, gli agricoltori italiani non hanno accolto con favore le decisioni comunitarie. “Deve essere il mercato a decidere quali debbano essere gli equilibri in termini di qualità e prezzo - continua Bruni - Negli ultimi 15 anni l’Italia ha estirpato oltre 180mila ettari di vigneto, senza aver recuperato una progressiva riduzione dei prezzi all’origine. Andrebbe implementata la spesa per una politica di promozione e informazione responsabile, alla quale saranno riservati invece solo 120 milioni di euro. Per quanto riguarda invece l’azzeramento degli strumenti a sostegno del mercato come le distillazioni chiediamo un periodo di modifica graduale, necessario per riorganizzare il sistema produttivo”.
Sulla stessa linea anche Confagricoltura. “La Commissione - accusa il presidente Federico Vecchioni - si preoccupa della sovrapproduzione di vino e del sostegno ai redditi dei viticoltori, ma contemporaneamente propone la liberalizzazione degli impianti, tramite la quale si perderebbe il controllo della gestione del potenziale viticolo. Tutto ciò è controproducente per il percorso di sostegno e valorizzazione del nostro sistema produttivo. L’unica nota positiva è il mantenimento del divieto di zuccheraggio: un principio fondamentale, per la tutela della vocazione produttiva italiana, che andrà assolutamente difeso in un negoziato che si presenta arduo”.


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