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Patrimonio “passito” in 40 vini ... Su cento prodotti da meditazione quasi metà sono italiani e rappresentano una ricchezza da difendere e da valorizzare. Il ruolo della Fondazione... Nel panorama dei prodotti enologici dell’eccellenza italiana i vini passiti vantano un primato mondiale: degli oltre 100 passiti del mondo, più di 40 sono prodotti in Italia e rappresentano un patrimonio culturale e territoriale che deve essere tutelato e valorizzato. E questo l’impegno che la Fondazione Centro Nazionale dei Vini Passiti, nata nel 2002 dall’iniziativa congiunta delle Città del Vino e del Comune di Montefalco (PG), ha intrapreso come dimostra l’interesse sempre più crescente del mondo enogastronomico verso i vini dolci e liquorosi. La piena valorizzazione della tecnica di appassimento delle uve per ottenere vini più strutturali e longevi ha portato, negli ultimi anni, alla crescita costante in Italia della produzione dei vini passiti ed oggi sono un centinaio le docg e doc che comprendono nel proprio disciplinare di produzione la categoria dei “vini da uve passite”, recentemente inserita, grazie al forte sostegno da parte delle Città del Vino, nella riforma europea dell’Ocm. Accanto alla promozione di studi e ricerche e all’organizzazione di convegni e corsi di formazione per migliorare le tecniche di produzione e conservazione dei vini passiti italiani, il Centro Nazi.
Questa iniziativa va di paia passo con il continuo aggiornamento dell’archivio documentale e multimediale sui territori di origine dei vini passiti, che il nuovo cda della Fondazione si è impegnato a portare avanti (www.centrovinipassiti.it).
Inoltre il cda, presidente è Filippo Antonelli, produttore e presidente del Consorzio di tutela del Sagrantino e vicepresidente Giuseppe Lo Re, presidente del Consorzio di tutela dei vini di Pantelleria e amministratore delle Vinicole Miceli, chiederà al Mipaaf di creare un osservatorio permanente sui vini passiti.

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