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Finanza&mercati

Dalla Cia un secco no al vino de-alcolizzato ... Per la Confederazione “in questo modo si penalizzerebbe la qualità e la tipicità del prodotto, rischiando alterazioni nel quadro aromatico”...
“Un’ipotesi che va respinta senza mezzi termini. In questo modo si penalizza la qualità e la tipicità del prodotto”. Lo sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito alla proposta, sostenuta in particolare da Francia e Spagna, del vino parzialmente “de-alcolizzato alla vigilia dell’incontro della filiera vitivinicola italiana, che si svolgerà oggi al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Cia mette
in evidenza i rischi derivanti dall’immissione in commercio di questo vino - ‘Siamo - spiega la confederazione - in presenza di una pratica di cantina, finora vietata, volta a sottrarre, con tecniche industriali, dai vino una parte dell’alcol prodotto naturalmente dalla fermentazione. Pratiche enologiche per le quali, peraltro, non sono ancora state definite specifiche tecniche dall’Organizzazione internazionale del vino per una corretta applicazione. Il problema
non è costituito dalla semplice sottrazione di alcol da un prodotto naturale finito come il vino, ma anche dal fatto - rileva la Cia - che l’apparecchiatura con una colonna a coni rotanti, oltre ad allontanare l’alcol, porta con sé, la possibilità di alterare il quadro aromatico e non solo del prodotto, generando un vero e proprio sottoprodotto che ci allontana dall’idea della qualità e della tipicità, del legame con il tenitorio”. La Cia ribadisce che i vitivinicoltori italiani non sono contrari alle innovazioni anche in campo enologico, ma chiedono il rispetto dei valori associati al vino, prodotto principe del “made in Italy” agroalimentare.
“E poi evidente - sostiene la Cia - l’opportunità di non superare alcuni limiti, altrimenti si rischia di arrivare in breve tempo ad un vino alcol free, sui cui imbastire messaggi di comunicazione che potrebbero recare danni di immagine al vino come prodotto tradizionale”.

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