02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Gambero Rosso

Editoriale: la barrique è di destra o di sinistra ... "No barriques, no Berlusconi" era scritto sull'etichetta di un vino di Bartolo Mascarello in vetrina in un'enoteca albese pochi giorni prima delle ultime elezioni politiche. Il vino è stato poi ritirato dal mercato perché quella frase, pur esprimendo legittime opinioni politiche ed enologiche, non era legalmente inseribile in etichetta. E Berlusconi, peraltro, quelle elezioni le ha poi vinte. Però un tipo di affermazione come quella di Bartolo Mascarello, ex partigiano e figura carismatica della sinistra in Langa, oltre che famoso produttore di Barolo, non può che far pensare. Barriques e Berlusconi, per Mascarello, hanno evidentemente qualcosa in comune, sono due avversari da combattere. Sull'attuale Presidente del Consiglio possiamo immaginare quale possano essere le perplessità di Bartolo Mascarello, e comunque non è questa la sede per commentarle. Sulle barriques, invece, e soprattutto sul fatto di considerarle una sorta di nemico da esorcizzare, tanto da avvicinarle all'avversario politico più detestato, la questione è più articolata. Come molti sanno l'uso delle piccole botti di rovere francese è diffusissimo in tutto il mondo. Non tanto perché conferiscono ai vini dei più o meno gradevoli sentori boisè, ma perché favoriscono la formazione di composti polifenolici complessi, derivanti dalla sintesi di antociani e tannini, che garantiscono maggiore stabilità di colore e maggiore capacità antiossidante. Sono una sorta di vaccino contro l'ossigeno, insomma, e in più cedono al vino lignina e olii essenziali che contribuiscono a rendere più complesso il profumo. Certo, occorre mettere in barriques vini con sufficiente carattere proprio, con una notevole quantità di polifenoli, ad esempio, e con alcoli superiori, o zuccheri abbondanti. Pena il sentir prevalere i toni legnosi nei profumi e nel sapore. Quindi va prevista una viticoltura adeguata, poca uva per ceppo, maturazioni perfette ecc ... ecc ... Cosa abbia a che fare tutto questo con Berlusconi, o con D'Alema, Bertinotti o Casini, è difficile da dire.
Probabilmente Mascarello avrà pensato che le barriques rappresentino un intollerabile delitto di "lesa tradizione", un inserimento di qualcosa che nulla avrebbe a che fare con il Barolo. Quindi, di destra, come Berlusconi. Mentre per lui la tradizione sarebbe, evidentemente, di sinistra. A Bordeaux, in Bourgogne, ma persino in California, i piccoli fusti fanno parte di una tradizione enologica molto radicata, tanto che è praticamente impossibile trovare un vino rosso di qualità che non sia stato fatto maturare in barriques. Se la tradizione fosse qualcosa "di sinistra" allora lo sarebbero anche le barriques ? La verità è più semplice. L'ideologia, la tradizione, l'orgoglio localistico e Berlusconi qui non c'entrano nulla. Contano i risultati. Se Bartolo Mascarello continuerà a fare buoni Barolo con le botti grandi avrà avuto ragione. Come ce l'avranno coloro che usano le barriques, se riusciranno a non nascondere i caratteri d'identificabilità dei loro vini. Però, per favore, almeno in questo, lasciamo perdere la politica.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su