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Gambero Rosso

L'editoriale di settembre ... I produttori italiani di vini, ma anche i ristoratori e, per onestà va detto, quasi tutti i giornalisti hanno vissuto nell’ultimo decennio all’interno di una nuvola rosa di spensieratezza: i prezzi salivano, le esportazioni tiravano, il made in Italy conquistava posizioni su posizioni, il pubblico italiano usciva dal suo torpore. Insomma, una nuova stagione era iniziata e tutto sembrava possibile.
Certo, nessuno poteva prevedere l’11 settembre, ma già prima di quella rottura traumatica si erano sentiti degli scricchiolii : ognuno attribuiva i significati più comodi e compiacenti alle voci che provenivano dal mercato. E così i produttori di vino che, nella maggior parte, hanno aumentato i prezzi oltre ogni limite negli ultimi dieci anni, si assolvevano dicendo che il mercato chiedeva qualità e la qualità aveva il suo costo. I ristoratori hanno fatto anche peggio, hanno atteso l’entrata in vigore dell’euro per scaricare sui menu e le carte dei vini aumenti fuori misura. I giornalisti nella maggior parte dei casi si sono limitati a seguire le mode, le tendenze che venivano dall’estero senza mai un guizzo, la capacità di dialogare con questi mondi, la voglia di fare delle vere inchieste.
E tutti si sono pavoneggiati per l’insolita attenzione dedicata al vino e al cibo dalle televisioni nazionali e dai grandi organi di stampa.
E oggi il mercato, la situazione internazionale e l’economia italiana (ormai totalmente condizionata dalle scelte europee) obbligano tutti a guardare in faccia la realtà: mercato del vino totalmente fermo in Germania, grave arretramento negli Stati Uniti, contrazione anche sul mercato interno e prezzi che, tra gli aumenti e la perdita del dollaro, hanno reso i nostri prodotti molto meno competitivi.
Sul fronte della ristorazione la crisi (che nessuno osa evocare) colpisce i locali più esposti, quelli dove la cucina si muove a cavallo tra tradizione e innovazione.
E allora? Quale analisi viene fatta di questa crisi? Quali i correttivi? O invece va tutto bene e siamo dei catastrofisti?
Evidentemente la domanda è retorica perché pensiamo di avere i piedi per terra e proprio nella stagione delle guide pensiamo di poter svolgere una funzione calmieratrice: nell’ambito del vino pubblicando accanto alla classica e monumentale guida dei vini d’Italia l’Almanacco del Berebene, una raccolta dei migliori vini dal costo massimo di 7 euro e alla portata di tutte le borse e premiando i migliori con l’oscar. Un premio che esiste da dieci anni. Nell’ambito della ristorazione segnalando circa 3000 ristoranti, nella maggior parte dei casi di costo medio e premiando i migliori con l’oscar qualità/prezzo. Il resto sta ai lettori: scegliete la qualità. Il prezzo è una delle componenti della qualità, di questi tempi tra le più importanti …

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