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I Piaceri del Gusto

Sempre più business ecco il nuovo Vinitaly … Il direttore generale Mantovani: una special edition ricca di novità, a partire dall’area mixology. E dall’anno prossimo un calendario di eventi di filiera mirati, con format differenti. Al governo chiediamo di creare una rete di promozione delle grandi fiere italiane…Più business, uno sguardo più attento ai mercati internazionali, alle sinergie. E un calendario di eventi satellite mirati, spalmati lungo tutto l’arco dell’anno.Vinitaly evolve. Ed è su questo solco che si inserisce la Special edition veronese del 17-19 ottobre, aperta solo al mondo business & professional. Circa 400 aziende presenti, più di 150 buyer esteri da 20 nazioni, con uno spazio dedicato ai vini bio e green. E con una novità: un’area mixology, dedicata ai cocktail. Ne abbiamo parlato col direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Come sarà la special edition? “Ci siamo concentrati sul lavoro di incoming (gli arrivi di stranieri, ndr), focalizzando l’attenzione sui mercati esteri da cui ci si può muovere, quindi Europa, Est compreso, e Nord America: ci aspettiamo qualche migliaio di stranieri, ma quello che ci interessa è la qualità. Punteremo molto anche sul mercato interno, che è quello che sofferto di più, con appuntamenti con la Federazione italiana pubblici esercizi e Vinarius (per le enoteche)”. Molte aziende di vino non saranno presenti, una scelta? “Mancano sei mesi al Vinitaly vero di aprile, la tappa di metà ottobre è pensata per chi vuole riprendere contatti coi buyer dopo la pandemia. Ci saranno tante degu-stazioni, con collegamenti interazionali per chi non potrà essere presente. Un’edizione ricca di novità”. Come sta cambiando Vinitaly? “Sarà sempre più orientato al business. Per il futuro stiamo valutando di proporre durante l’arco dell’anno format differenti per filiere di prodotti, mercati e temi mirati, sia a Verona sia all’estero, per far crescere una rete di eventi dedicati a settori specializzati. L’area mixology sarà riproposta al Vinitaly di aprile, come pure lo spazio green”. La mixology è una moda o un campo di investimento solido? “È una tendenza stabile, che va oltre il divertimento, e può essere un canale interessante per avvicinare i giovani al vino”. Vinitaly e i mercati esteri, quali sono le prospettive di sviluppo? “La Corea del Sud cresce tantissimo, così come la Russia; bene Belgio, Usa e Germania. Anche la Cina, che non sarà presente per il Covid, sta tornando a correre. Regno Unito e Giappone stanno soffrendo, ma vanno seguiti bene. Nel futuro sarà interessante guardare al Vietnam e in Europa alla Polonia. L’Africa nel complesso è una scommessa, bisogna investirci di più. Mentre nel centro-sud America il Messico è un grande mercato sia per il vino sia per il cibo, ben oltre il 2022”. Il mondo delle fiere è ripartito, come sarà il 2022? “C’è molto interesse da parte delle aziende dell’agroalimentare ma anche del marmo, difficile però dire se arriveremo ai livelli pre-crisi, dipenderà anche dall’evoluzione della pandemia. Certo l’assenza dell’Asia si fa sentire”. Su quali altri progetti punta Veronafiere? “A novembre ci sarà l’edizione zero di B/Open, manifestazione B2B dedicata al prodotto biologico. L’Italia, primo produttore bio, merita un evento di business. A inizio 2022 invece a Verona ci sarà un’edizione rinnovata di Fieragricola, che punta all’hi-tech. Perciò guardiamo con attenzione ai fondi del Pnrr”. Al governo che cosa chiedete? “Che si individuino progetti in partnership con le fiere italiane su cui usare le risorse elargite. Va costruita una rete solida e riconosciuta per promuovere con forza gli eventi di valenza internazionale come Vinitaly e Salone del mobile”.

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