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I Piaceri del Gusto

Dalla Malora all’Unesco: storia del fenomeno Langhe … Le colline del Barolo e del Barbaresco sono state scelte dal Unwto per ospitare il Forum mondiale dell’enoturismo nel 2022, sarà un momento di svolta per una terra diventata simbolo di successo in mezzo secolo…“Pioveva su tutte le Langhe, lassù a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sotto terra”. È l’inizio folgorante de La Malora, il romanzo del 1954 in cui Beppe Fenoglio racconta la malasorte che colpisce una terra avara, abitata da persone prostrate dalla miseria e dalle ingiustizie della condizione umana. Un mondo di sfruttati, braccianti e affittavoli, abbrutiti dal lavoro e accomunati dalla lotta per la sopravvivenza. Trascorso poco più di mezzo secolo, oggi l’immagine è tutta diversa, tant’è che Alba, con tutte le Langhe si sente capitale. Capitale del tartufo bianco e dei grandi vini rossi Barolo e Barbaresco, capitale della Nutella e delle colline riconosciute patrimonio Unesco, capitale del turismo slow e dell’enogastronomia di qualità. Tra un anno, anche capitale mondiale dell’enoturismo essendo sede, della Global Conference on Wine Tourism organizzata dalla World Tourism Organisation, l’agenzia delle Nazioni Unite impegnata nella promozione del turismo sostenibile e responsabile che ha scelto questo angolo di Piemonte per l’edizione 2021 di quello che è considerato come il più grande evento internazionale legato al mondo del turismo del vino. Dinamico e intraprendente, il territorio albese ha allargato i suoi confini ben oltre i limiti tradizionali, diventando una destinazione che richiama visitatori dall’Italia e dall’estero. “In vino felicitas”, verrebbe da dire. Ma non è sempre stato così. Prima di diventare sede di aziende multinazionali, prima di trasformarsi in luogo prediletto dai turisti del gusto, le colline Unesco sono state per lungo tempo i luoghi bistrattati della miseria contadina. Dunque, com’è che un piccolo mercato agricolo senza molte pretese si è trasformato, in un modello di dinamismo imprenditoriale commerciale e turistico? L’intreccio è ampio e fortunato: una straordinaria generazione di creatori d’impresa che hanno fondato dal nulla aziende che hanno poi assunto dimensioni multinazionali, i pullman che andando su e giù per le colline hanno evitato lo spopolamento dei paesi, la stagionalità di alcune lavorazioni come la vite e il nocciolo che ha consentito ai contadini-operai di tenere un piede in fabbrica e uno sulla terra. E così operando, anche le colline hanno lentamente scoperto la loro vocazione, diventando negli ultimi anni le artefici del secondo boom economico vissuto dalle Langhe, dal Monferrato e dal Roero: quello enogastronomico, turistico e culturale, che ha ancora ampi margini di crescita. È il modello di una “Smart Country” dove imprese e territorio stanno cercando di creare un rapporto virtuoso di crescita e di vantaggio competitivo. “Sul fronte turistico, forse è bene ricordare che la ragione del successo di quest’area risiede nel fatto che finora è cresciuta gradatamente, andando di pari passo con le mutate esigenze dei visitatori, con la qualità dei suoi prodotti e con l’ospitalità delle sue colline” riflettono Luigi Barbero e Mauro Carbone, presidente e direttore dell’Atl Langhe Monferrato Roero. “La Global Conference arriva al momento giusto per consolidare tutto ciò, intercettando la volontà di ripartenza e rimodulando l’offerta in base alle nuove richieste. I turisti vengono qui per consumare i nostri vini e gustare i nostri piatti perché dietro a questa offerta si può vivere un’esperienza culturale che va ben oltre la buona tavola”. La ricetta di Langhe, Monferrato e Roero è un mix di tradizioni, paesaggio, arte, eventi. Ma al centro di tutto deve restare il territorio e la consapevolezza che un mondo come questo ha bisogno di qualità dal viaggiatore all’offerta.

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