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I Viaggi Di Repubblica

Calici in Alto - Trentino: Teroldego, rosso di nobile naturalità ... Sorprendente Trentino che nel Nord è la regione insieme al Friuli – dal Collio ad Aquileia – a dare negli ultimi tempi progressi qualitativi notevoli. Non vogliamo qui dire che i vini trentini sono i migliori, ma significare che abituati come siamo a considerarli o di seconda fascia o di nicchia forse dobbiamo cambiare prospettiva. Che si trovano in questa regione bottiglie (anche in forza del rapporto qualità prezzo) di ottimo carattere. A convincere dei progressi qualitativi – inversamente proporzionali a quelli quantitativi – sono soprattutto tre rossi autoctoni, il Lagrein di bel frutto, il Marzemino ancora molto da scoprire e migliorabile assai, e il Teroldego. Su quest’ultimo più volte abbiamo fermato l’attenzione per seguirne passo passo l’evoluzione da quando – sia benedetta – Elisabetta Foradori ha avuto il coraggio, la passione e la pervicacia di costruire su quel vitigno un grande vino. E’ il celebratissimo Granato che in un colpo solo ha dimostrato due cose: non di sola cooperazione vive la cantina trentina, non di soli internazionali si costruisce la fama di un terroir. E l’impulso dato al vitigno principe della piana Rotaliana ha fatto bene a tutti. Oggi se vi accostate al Teroldego della Cavit o di MezzoCorona (giganti cooperativi) rischiate di non riconoscerli tanto sono migliorati. Il Teroldego è vino non ipertroifico, ma elegante con una punta di spezia “naturale”, intenso di un rubino vivo e di sentori di viola. Ottimo compagno con cucina con cucina di montagna, salumi affumicati, formaggi. Le aziende: Foradori, Cantina La Vis, Marco Donati, Istituto Agrazio di San Mcihela all'Adige

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