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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Chianti Classico, gioiello in bottiglia ... Scusate la ripetizione, ma le ultime degustazioni di Chianti Classico ci hanno dato importanti indicazioni sulla solidità di questa denominazione. Torniamo perciò a parlarne per registrare i progressi compiuti da tutto il vasto territorio del Classico sia con l’annata 2000 sia con le riserve ’99, anche se in commercio ancora si trovano le due annate precedenti. Sovrastato forse dalla fama recente dei supertuscans (e non a caso abbiamo scelto di raccontare quattro cantine che sono famose per la loro produzione di grandi vini rossi) il Chianti ha abbassato i toni, non il mercato che continua giustamente a premiarlo. Anche perché ci sono grandi bottiglie di questa storica denominazione, un gioiello di Toscana, a prezzi abbordabili dal consumatore medio. Ma ciò che più interessa è la prepotente ascesa qualitativa del vitigno base del Chianti e di tutta l’enologia toscana: il sangiovese. Recenti prove sperimentali condotte dall’Università di Firenze hanno consentito di valutare la risposta di questo vitigno a vendemmie più tardive, mentre in campo cominciano a dare frutto i cloni impiantati con una radicale opera di sostituzione dei vigneti. Dunque il Chianti – di antichissima tradizione – può dirsi se non un vino nuovo, un vino innovato. Vi stupirà per intensità, per souplesse, per rotondità regalando sensazioni caratteristiche di viola mammola con sottofondo di mora e un corredo speziato che deriva dal sapiente uso dei legni. Compagno di cucina solida e di terra.

Le aziende: Querciabella (Greve in Chianti), Badia a Coltibuono (Gaiole in Chianti), Castello di Ama (Lecchi), Castello dei Rampolla (Panzano in Chianti)

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