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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Abruzzo: Trebbiano, un bianco d’autore ... Se il Montepulciano è giustamente riconosciuto come il più sostanzioso testimonial dei grandi progressi della vitivinicoltura abruzzese, a nostro avviso è tuttavia nel Trebbiano che si riconosce l’innalzamento della qualità sia della coltivazione che dell’enologia delle cantine della regione. Per due motivi: il Trebbiano è vitigno assai meno dotato dalla natura di personalità; il Trebbiano sta sul mercato dei bianchi divenuto assai più severo e selettivo per il ridursi dei consumi. Dunque se partendo da un autoctono fin troppo generoso in quantità se ne riesce a ottenere un vino di forte impronta territoriale, sapido e soprattutto longevo e robusto il merito va a chi bene ha coltivato e chi ancor meglio ha vinificato. E ancora una volta s’incontra sulla strada della rinascita del Trebbiano un “uomo solo al comando”, Edoardo Valentini. Imitato poi da altri che con maggior spocchia e più compiacenza nei media si attribuiscono paternità non proprie: un po’ come capitò a Meucci con Bell per stare all’attualità. Ma Valentini non ha avuto solo “furbi” imitatori, ha avuto anche epigoni che assai più modestamente e molto tenacemente hanno cominciato a lavorare al meglio. Il risultato è che oggi in Abruzzo si hanno diverse bottiglie di Trebbiano interessanti, ben arricchiti dalla barriques. Il vino merita attenzione: è capace di regalare sensazioni non banali, agrumate, sostenute da acidità e da una certa pienezza. Da pesce sì, ma anche da salumi, fritti e formaggi freschi.

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