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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Friuli Venezia Giulia, Pinot bianco, campione di finezza ... Si va negli Stati Uniti e che capita? Che ti senti dire che il miglior bianco italiano è il pinot grigio, anzi è praticamente l’unico che conoscono. Potenza di un nome che è fortemente evocativo, di una strategia commerciale che lo ha esposto e di quel colore leggermente ambrato che evoca calde atmosfere. Mediterranee, dicono loro. E pensare che il pinot gris ha tutt’altra provenienza. E allora è tempo di riscoprire un vero grande bianco che ha parentela con quel “grigio”, ma che è di tutt’altra complessità e finezza nelle annate migliori: il pinot bianco che a noi sempra eccelso per potenza acida, per sentore citrino, per bouquet che racconta la mela, di fiori di campo, di lievi speziature. Per decenni è stato spacciato per chardonnay (anzi i vivaisti consegnavano pinot bianco dorato che era chardonnay in contrapposizione al pinot bianco verde che è il vero pinot bianco) ma ora conosce una nuova fortunata stagione, anche se i cultori di questo vino sono una minoranza. E ha due enclaves di coltivazione: l’Alto Adige e il Friuli limitatamente al Collio e ai Colli Orientali. Lo abbiamo degustato di recente e ci è parso il pinot bianco friulano in grandissima condizione, con finezza d’olfatto e eleganza di gusto. Vino da degustare con calma perché è tutt’altro che muscolare, è perfetto con i menù estivi e accompagna egregiamente risotti e pesce ( provatelo con i crostacei e i frutti di mare), e non disdegna verdure e uova. Ben freddo è ottimo aperitivo.
Le aziende: Paolo Caccese, Venica & Venica, Livio Felluga, Flegi

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