Moretti, le terre del vino ... Se la Franciacorta nel volgere di un paio di decenni è diventata una delle più attraenti terre da vino (a tal proposito il professor Fabio Taiti del Censis stima che sia una delle aree enoturistiche a maggiore potenziale) è anche perché dopo i pionieri, imprenditori appassionati del buon bere e della cultura rurale hanno profuso molte energie altrettante competenze in questo terroir. E’ il caso di Vittorio Moretti che prima con Bellavista, poi con Contadi Castaldi si è dato ad una produzione spumantistica di eccellenza. Ma lo spirito di queste terre da vino va oltre; è un approccio quasi intellettuale al piacere del ben vivere. Ecco allora il concorso di scultura, ecco l’ospitalità all’Albereta, un Relais & Chateaux di raro pregio dove Gualtiero Marchesi coltiva il culto dell’altissima gastronomia e il centro di Henri Chenot, la declinazione più raffinata del wellness e della remise. Questo gusto si riflette nella scelta di aprirsi alla Toscana con una nuova impresa: Petra, la cantina monumento progettata da Mario Botta e inserita in un terroir emergente, quello di Suvereto e della Val di Cornia. E ora con la Badiola (dove si riproducono l’altissima cucina con Alain Ducasse) si apre un’altra frontiera toscana, Il vino da questo gruppo è intenso come veicolo di comunicazione di uno stile di vita, così se i Franciacorta hanno brio e spessore, i toscani hanno profondità ed eleganza in un mix tra terroir e vitigni internazionali di rara suggestione. Compagnni di cucina di pari livello.
Le migliori aziende: Petra, Belavista, Contadi Castaldi … (arretrato de “I Viaggi di Repubblica” del 26 febbraio 2004)
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