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I Viaggi Di Repubblica

Calici in Alto - Isola d’Elba: l’Aleatico, nettare ritrovato … Si discute spesso della compatibilità tra turismo e agricoltura. E questo dibattito è al centro della sopravvivenza della viticoltura nelle piccole isole, tanto che alcune Province italiane e l’Organizzazione internazionale della vite e del vino ne hanno fatto un progetto che è all’attenzione dei mssimi organismi mondiali. Che c’entra la viticoltura con l’Unesco? C’entra eccome. Mantenere presidi rurali nelle piccole isole significa tutelare l’ambiente e Franco Franchini, elbano e assessore provinciale all’agricoltura della Provincia di Livorno, che guida il progetto ha mobilitato le massime autorità. E già alcuni effetti positivi s’intravedono. All’Elba infatti sta rinascendo l’Aleatico, un vino-vitigno simbolo, che connota il paesaggio, gli usi gastronomici dell’isola (famosissima è la Torta bria’a impastata appunto con l’Aleatico) e da sempre è un mast di questo incantevole gioiello del Tirreno. Tanto famoso era l’Aleatico che Napoleone immaginò la sua riforma agraria proprio a La Chiusa, una fattoria splendida dell’Elba vocata alla produzione vitivinicola. Poi ci sono stati gli anni del boom turistico e l’Aleatico si è annacquato e trasformato in souvenir. Parallelamente venivano spiantati i vigneti per far posto ai residence. Ora però l’inversione di tendenza. Si comincia a rifare un buon vino e alcuni grandi produttori sono pronti a socmmetterci. Uno per tutti: Pier Mario Meletti Cavallari (il signor Grattamacco) che proprio dall’Elba promette un grandissimo Aleatico.

Le migliori aziende: Agricoop (Campo), Acquabona (Portoferraio), Montefico (Rio Marina), Sant’Antonio (Portoferraio)

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