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I Viaggi Di Repubblica

Friuli Venezia Giulia: Gravner, il vino secondo natura ... Già lodato il demone che ha condotto questo vignaiolo schivo, mentalmente estraneo (da alcuni anni) alla moda e alla kermesse mediatica e lontanissimo fisicamente dai fasti delle cerimonie eroiche, sulla strada di una conversione radicale. Josko Gravner nei suoi campo (16 ettari di vigna antica) aggrappati alle ultime colline del Collio, da Oslavia luogo che evoca battaglie epiche, segue la sua estrema eresia e regala vini inimitabili e da non imitare. Grazie Josko per averci ridato innanzitutto il gusto della dismisura. Fu molti anni addietro il primo profeta del legno, della polpa, della grassezza. Oggi ha abiurato ed è in solitaria escesi storica. Racconta: “nel 1986 ebbi la prima intuizione e poi un viaggio nel Causaso mi ha aperto gli occhi: la terra dà uva, la terra ci dia anche il vino”. Eccolo ora vinificare, come fanno i caucasici i primi ad avere addomesticato la vitis vinifera, nei grandi orci di terracotta che ha affogato nella terra della sua Oslavia. Sono vini estremi: la Ribolla conosce macerazioni epocali e poi fermenta nelle grandi anfore e per tre anni riposa nel legno grande. E così il Pinot Grigio che spilla dalla botte mentre i suoi occhi s’illuminano di gentilezza e il Cabernet e il Merlot. Dichiara Josko: “Il mio ingrediente è il tempo, tutto segue l’ordine della natura, non c’è niente di chimico”. Sono vini che si amano o di odiano. Chi li giudica con il parametro cosmetico li trova pessimi, per chi, come il sottoscritto, li degusta con i sensi della passione sono unici!

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