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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Caprai, il cavaliere del Sagrantino ... Sorsi di poesia in bottiglia. Così Marco Caprai ha firmato l’ultima iniziativa nata dalla lettura del libro di Massimo Donà “La Filosofia del Vino”. Oggi sui tappi del Sagrantino 25 anni compaiono frasi sul vino di grandi pensatori. Questo è l’esempio di come per produrre bene bisogna avere passione. E in questa splendida realtà vitivinicola, oltre 150 ettari nel cuore dell’Umbria, il sentimento è tutto. E’ quello, per esempio, che fa organizzare per Cantine Aperte (il 30 maggio) la Mangialonga, una festa rurale con oltre 5.000 persone che si aggirano per le vigne (per iscriversi consultare il sito della cantina). Questo è il vino per i Caprai: un business certo, ma soprattutto impegno personale. Tant’è che Arnaldo Caprai è stato insignito del cavalierato del lavoro per meriti agricoli. Marco Caprai, suo figlio coadiuvato da Attilio Pagli e da Leo Valenti oltreché da uno staff di cantina di notevole carattere, ha imposto il Sagrantino secco diventato un must internazionale. Tanto famoso che Robert Parker, il più autorevole critico mondiale, ha premiato i vini di Caprai come i migliori del centro Italia scrivendo: “hanno inseguito un sogno e lo hanno realizzato”. Con ostinazione, con tecnica, con impegno finanziario, con la massima attenzione per i vitigni autoctoni (hanno rilanciato anche il Grechetto facendone un bianco di spessore). Ma soprattutto con passione. Perché il vino – almeno questo Sagrantino la cui fama è fondata sulla valorizzazione del terroir – è poesia in bottiglia.

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