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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Veneto: il Soave, un bianco d’autore ... Siamo ormai in piena calura estiva e al vino chiediamo di essere allegro compagno di tavola, di vacanza, di giusto connubio tra cibo leggero (è il tempo del pesce, ma anche delle croccanti verdure) e conversazioni amene. Del resto si assiste in questi tempi ad un lento ma costante vivace del gusto: i vini ipertrofici, muscolari, che si masticano, lasciano il passo a vini più espressivi, con un’impronta di personalità meno invasiva, ma contemporaneamente più decisa. Ecco allora che dall’universo viticolo dei nostri autoctoni (non è un dogma, tuttavia scegliere vitigni di casa nostra è sempre un bene) possiamo estrarre la suadente garganega. Che si fa bianco sapido, mutevole a seconda delle zone e dei microclimi, con sentori che vanno dalla frutta gialla matura con sfumature di tropico, alle essenze floreali bianche, con buona acidità di base e corpo non propriamente esile. Questo vino così armonico che quale produttore passa in legno, qualche altro preferisce vinificato in acciaio per esaltare la freschezza e l’immediatezza, qualche altro ancora sposa con piccole percentuali di chardonnay per aumentare la pomposità, si chiama Soave. Viene dall’omonima zona delle colline che fanno a oriente corona a Verona e, dopo anni di non eccelsa fama, oggi si può tranquillamente classificare tra i bianchi di maggior classe ed espressività d’Italia. Complice un’azione a difesa della qualità portata avanti dal Consorzio di tutela e che oggi da ottimi frutti in bottiglia.

Le migliori aziende: Pieropan (Soave), Suavia (Fittà), Coffele (Soave), Agricola Prà (Monteforte) ...

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