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I Viaggi Di Repubblica

Vinitaly, l’arte del bere … Quest’anno il Vinitaly, alla Fiera di Verona dal 7 all’11 aprile, si apre in concomitanza con l’uscita nelle sale cinematografiche italiane di Mondovino, il film di Jonathan Nossiter che tanto ha fatto parlare la stampa internazionale. Un provocatorio documentario sulla saga delle grandi famiglie del vino, come i Mondavi e gli Antinori. Tra le vicende, reali, quella di Piero e Lodovico Antinori che, col progetto “Campo di Sasso” fondano sul ricompattamento di famiglia le nuove strategie basate proprio sulla valorizzazione del terroir di Bibbona, in Toscana. Non è escluso che il film porti a Bibbona lo stesso boom di turisti che Sideways, altro film dedicato al vino, ha richiamato alla Sant Ynez Valley, in California: 4 milioni di visitatori in giro da una cantina e l’altra come i due protagonisti della pellicola, premiata con l’Oscar per il miglior cast.

“Per vendere il vino non resta che affidarsi a un bravo regista” ha commentato Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini. Un fatto è certo: il legame profondo tra vino e territorio è diventato il perno di un turismo che non conosce crisi. Il vino attira visitatori nei luoghi di produzione e fa sognare terre lontane. Come i vini australiani, cileni, sudafricani che faranno mostra di sé al Vinitaly. Non tutti i produttori ne temono la concorrenza. Del progetto Campo al Sasso, per esempio, fa parte integrante la Tenuta Mount Nelson di Marlbourgh in Nuova Zelanda, dove Lodovico Antinori, già proprietario dell’Ornellaia e appassionato di Sauvignon, ha identificato un terroir particolarmente vocato alla produzione di questo vino.

”Il mercato è sempre più globale e dobbiamo confrontarci con realtà vitivinicole del mondo”, racconta Enrico Viglierchio, direttore della Castello Banfi di Montalcino, distributore in esclusiva per l’Italia chardonnay e sauvignon della Limestone coast dell’Australia e Syraz e Cabernet Franc della Cocha Y Tora cilena. A Montalcino, la patria del Brunello, Castello Banfi, sede tra l’altro di un museo della bottiglia e del bicchiere, attira 40.000 visitatori l’anno ed è diventato il simbolo del matrimonio di successo tra prodotti di qualità, paesaggio, arte, storia e cultura. Tutto quello che cercano gli enoturisti, secondo un’indagine di www.winenews.it.

“Più di 1000 persone sono venute ai primi di luglio per il premio dedicato ai gialli legati al tema del vino. Quest’anno replicheremo l’evento legando il vino all’eros”, racconta Alberto Chiarlo, promotore del parco artistico e culturale del Barbera. Un progetto che coinvolge artisti di fama, come Lele Luzzati in cui l’arte è finalizzata alla valorizzazione della vigna. Come le teste segnapalo, sculture d’autore che spuntano tra i filari. Le Langhe - terra di Barolo, Barbera, Barbaresco e, in tempi di riscoperta dei bianchi, non dimentichiamo l’Arneis Roero - figurano tra le mete preferite degli enoturisti.

Quarantenne, colto, benestante, l’enoturista interpellato da www.winenews.it è l’emblema di un turismo di fascia medio-alta che si fa sempre più esigente. E gli strateghi del marketing territoriale si adeguano. Non più solo agriturismo, ma strutture più sofisticate. “Stiamo potenziando e ristrutturando Borgo Fonterutoli per farne un centro più moderno e attrattivo, anche dal punto di vista della ristorazione”, racconta Francesco Mazzei, consigliere di amministrazione della Castello di Fonterutoli, storica cantina del Chianti.
La cultura del vino ha messo in moto anche aree meno esplorate. Come la Maremma, dove la Cantina Contadi Castaldi, della famiglia Moretti, griffe della Franciacorta ha dato vita a un progetto di valorizzazione della Badiola, già residenza di caccia del granduca di Toscana: “Una casa di lusso”, la definisce Martino De Rosa, amministratore delegato del gruppo. Una tenuta di 3.000 ettari che, nel 2006, quando sarà tutto pronto, darà lavoro 1 su 3 abitanti della zona. Per questa operazione, che non conosce uguali in Italia, Martino De Rosa ha coinvolto Alain Ducasse, pluristellato chef francese. Turismo d’élite, marchi di lusso. Anche per la cantina trentina La Vis è questo il trend: “Stiamo trasformando il “Maso Franch, un’azienda agricola, in Chateau relais”, racconta Fausto Peratoner, amministratore delegato del gruppo attivo in un grande progetto di valorizzazione del territorio che ruota attorno ai 1400 ettari di vigneto con 1300 soci e che dalla cantina, lungo le strade del vino e dei sapori conducono alla scoperta dei vini, dal Sornì, al Muller Thurgau,allo Chardonnay,ai rossi Lagrein e Merlot e Teroldego.

Da Nord al Sud è tutto un fiorire di iniziative. Come il festival del Jazz di Marsala: “Attorno al vino abbiamo richiamato scrittori di fama e musicisti come Pat Metheny”, afferma orgoglioso Baldo Palermo, direttore marketing di Donnafugata della famiglia Rallo, che, insieme a Planeta e Tasca d’Almerita, è tra le cantine che più hanno contribuito al rilancio della Sicilia. Pantelleria, e il suo pregiato passito d’Alessandria, compresi.

I cult dei vini rossi

Castello di Fonterutoli Siepi 2002

Tenuta San Guido Sassicaia 2001

Gaja Barbaresco 2001

Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 1999

Antinori Solaia 2001

Tenuta dell’Ornellaia Masseto 2001

Castello Banfi Brunello di Montalcino Poggio all’Oro

Giacomo Conterno Barolo Monfortino 1997

Castello di Montepò Schidione 2000

Caprai Sagrantino di Montefalco 25 Anni 2001

Dolci e allegri

Donnafugata Passito di Pantelleria Ben Rye 2003

Bisol Cartizze 2003

Bellavista Franciacorta Cuvee Brut

Trento Giulio Ferrari

Pellegrino Passito di Pantelleria Nes 2003

Contadi Castaldi Franciacorta Saten 2001

Tra i bianchi

Umani Ronchi Verdichio Casal di Serra 2003

Settesoli Grecanico Mandrarossa 2004

Masciarelli Trebbiano d’Abruzzo Marina Cvetic 2002

Cantina La Vis Ritratto Bianco 2002

Venica Collio Tocai Friulano Ronco delle Cime 2003

Rocca di Montemassi Vermentino 2003

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