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I Viaggi Di Repubblica

Grand Tour in locomotiva ... Il fascino della tratta che attraversa Val Camonica, i vigneti della Franciacorta, e l’Iseo, con il lago che vanta la più grande isola lacustre d’Europa, Montisola... ...il viaggio inizia tra i vigneti della Franciacorta, dolci colline verdeggianti di filari, dove nel 1961 Berlucchi stappò la prima bottiglia di spumante iniziando a contendere il mercato ai rivali francesi. Che per giunta potrebbero aver dato il nome alla regione vinicola: narra la leggenda che Carlo Magno, conquistata Brescia ai longobardi nel 774, diede ordine alle sue schiere di accamparsi a Rodengo Saiano; di lì a poco si tennero le celebrazioni di San Dionigi, che il Magno monarca analfabeta aveva giurato di festeggiare a Parigi, così, un po’ per consolarsi ma anche perché il paesaggio gli sembrava familiare, decretò che quella zona era “una piccola Francia”.

Poi gli studiosi di etimologia, che si intestardiscono a smontare le leggende, hanno trovato altre spiegazioni, non del tutto concordi: il nome deriverebbe da francae curtes, le piccole comunità di monaci benedettini che nel medioevo erano esentate dalle tasse, in cambio della bonifica e della coltivazione delle terre, oppure da Franca Contea (più o meno il motivo è lo stesso), impostole dalle milizie francesi nel XVIII secolo (che probabilmente neppure ricordavano l’esistenza di un certo Carlo Magno, anche allora la vil soldataglia non studiava la storia), sempre perché esente da tasse… e le tasse, da tempi immemorabili, pare siano motivo di innumerevoli moti insurrezionali camuffati da patriottismo o indipendentismo. L’unica certezza è che il toponimo Franciacorta compare per la prima volta negli annali del comune di Brescia del 1277 - e questo è un duro colpo per le enciclopedie che citano il XVIII secolo - per la regione compresa tra i fiumi Oglio e Mella a sud del lago d’Iseo. Comunque la chiamassero prima, questa zona è rinomata per i vigneti fin dai tempi di Plinio il Vecchio e di Virgilio, mentre ciò che oggi chiamiamo spumante compare già nel Libellus de Vino Mordaci scritto nel 1570 dal medico bresciano Gerolamo Conforti, la più antica testimonianza sulla produzione di un “vino con le bollicine”, cioè “mordacissimo”.
E a questo punto la Francia dovrebbe abdicare in favore della Franciacorta, perché dunque non fu il monaco dom Pérignon il primo ad annunciare al mondo la realizzazione del “bianco spumeggiante”, visto che il suo antesignano dello champagne venne prodotto a partire dal 1688 nell’abbazia di Hautvilliers. E probabilmente si trattò di un caso di serendipity, di “scoperta” casuale e non voluta, perché il monaco dom Pérignon fece di tutto per eliminarle, quelle sgradite “bollicine”… Oltre un secolo prima, da queste parti si stappava già col botto e si brindava spumeggiando, senza lagnarsi dell’effervescenza del vino. Il miglior modo per visitare le aziende - e degustarne i vini - è sempre la bicicletta, grazie al servizio ferroviario che comprende appositi vagoni e le piste ciclabili che sfiorano castelli medievali, borghi e monasteri, ville storiche e casali padronali. Alla stazione di Provaglio - diventata un’osteria dove bere e mangiare, gestita dall’associazione Andata e Ritorno - si può fare una sosta anche per visitare il monastero di San Pietro in Lamosa, e qui iniziano le Torbiere del Sebino, oggi riserva naturale...

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