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VINO E UNIVERSITÀ

I Vini del Vesuvio con la Westminster Business School per crescere sui mercati e in popolarità

L’Università Federico II e l’istituzione britannica in un progetto per rafforzare brand e business della denominazione campana
UNIVERSITA, VESUVIO, vino, Italia
I vini del Vesuvio

Una denominazione giovane, un consorzio nato nel 2007 e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole nel 2015, che riunisce 114 viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori per una produzione totale di 1,5 milioni di bottiglie: ecco i Vini del Vesuvio, nicchia della Campania enoica in cerca di visibilità, specie per far decollare il mercato estero, dove finisce appena il 15% della produzione complessiva. Questione di brand, ma anche di marketing e di business, non a caso il cuore pulsante, in termini accademici, di una delle Università più prestigiose d’Inghilterra, la Westminster Business School di Londra, coinvolta proprio dal Consorzio Vini Vesuvio, insieme al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in un progetto che ha come obiettivo quello di far crescere la reputazione dei vini prodotti alle pendici del vulcano. Per una settimana, così, otto studenti della prestigiosa istituzione britannica, ospiti nella Reggia di Portici, hanno potuto osservare e conoscere da vicino il territorio e lo scenario produttivo vesuviano. Il prossimo step, sarà quello di rafforzare gli scambi tra gli studenti dei due atenei e la promozione di partenariati volti a collegare le realtà imprenditoriali con il mondo accademico, puntando ad ottenere importanti indicazioni che possano rafforzare il brand “Vesuvio” sui mercati internazionali, stimolando al tempo stesso il coinvolgimento dei produttori nella costruzione di una reputazione collettiva.
“Questa collaborazione con il mondo accademico - spiega Ciro Giordano, presidente del Consorzio Vesuvio - nasce con un obiettivo ben preciso: le nostre aziende, espressioni di eccellenza, rappresentano sicuramente un patrimonio per il territorio vesuviano, sia in termini economici che in termini di reputazione, considerato il grande supporto che può arrivare dalle produzioni enologiche di qualità per definire e valorizzare l’immagine e la reputazione dello stesso. Il Vesuvio è da sempre patrimonio di biodiversità unico al mondo, anche in campo viticolo. Dobbiamo fare di questa grande varietà un elemento premiale della produzione vinicola. <b, considerato soprattutto la complessità di comunicare tale varietà. Dobbiamo essere capaci di trasformare questi ostacoli in opportunità, mettendo in campo specifiche strategie che siano capaci di trasformare le sfaccettature delle identità territoriali e aziendali in un vantaggio competitivo inimitabile. Tutti insieme, produttori, enti e istituzioni che operano sul territorio, siamo chiamati ad individuare i migliori strumenti in grado di comunicare in modo semplice ed efficace l’unicità del territorio vesuviano”.

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