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Il Chianti Classico verso le “Menzioni Geografiche Aggiuntive”? “Percorso delicato, ma ci stiamo lavorando”. Così il presidente del Consorzio Sergio Zingarelli. Intanto si “gioca” sui 9 Comuni della Denominazione, ma si ragiona su vini e criteri

Italia
Il Chianti Classico verso le Menzioni Geografiche Aggiuntive

In un futuro non troppo lontano, magari, per il Chianti Classico, arriveranno delle menzioni geografiche aggiuntive in disciplinare ed in etichetta, seguendo la logica dei Comuni, forse, o magari di altre sottozone storicizzate, ma comunque legata soprattutto ad un criterio geografico più che di analisi di suoli e microclimi, e magari non su tutta la piramide produttiva (Chianti Classico Docg “annata”, Riserva e la Gran Selezione).
Domani intanto, alla Chianti Classico Collection di Firenze (12-13 febbraio, www.chianticlassico.com), un “gioco”, una degustazione alla cieca creata per chiedere a critici e stampa di indovinare da quale dei 9 Comuni della denominazione (Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle in Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Poggibonsi e Castelnuovo Berardenga) arrivano i vini (a guidarla sarà Jeff Porte, fresco ambasciatore del Chianti Classico e responsabile dei vini per il gruppo Batali e Bastianich in Usa, ndr). È un percorso a tappe, quello intrapreso dal Gallo Nero, come spiega a WineNews presidente del Consorzio Sergio Zingarelli: “domani faremo questo gioco, ma è un tema sul quale lavoriamo da anni. Di certo è un percorso ancora all’inizio e in cui non mancano le criticità dovute alle diverse e lecite vedute che si sono anche all’interno dei singoli comuni e delle singole zone, ma è un percorso che crediamo vada intrapreso con decisione, prendendo la cosa di petto”.
D’altronde, il Chianti Classico è uno dei vini di maggior successo nel mondo (esporta il 77% della sua produzione, nel 2017 oltre 36 milioni di bottiglie in 130 Paesi, Usa in testa, che assorbono il 33% del mercato totale), cerca un posizionamento sempre migliore, e quella di una sorta di “zonazione”, o comunque di un tentativo di legare sempre più i vini al loro territorio di origine in maniera più dettagliata e precisa, oltre al nome di una denominazione che comunque funziona, è la risposta una richiesta che dai mercati evoluti arriva sempre in maniera più esplicita, e alla quale il territorio del Gallo Nero lavora per rispondere.
“È un percorso che richiede tempo, ma che per noi non comincia oggi”, sottolinea Zingarelli.

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