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VINO E CLIMA

Il Climate Change Leadership Summit 2019, il mondo del vino si confronta a Porto

Summit n. 2, dal 5 al 7 marzo. Tra i big presenti Al Gore, Miguel Torres, Cristina Mariani May (Banfi) e Josè Vouillamoz
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Il mondo del vino riflette sul climate change nel summit di Porto

Il Climate Change è un argomento sempre più presente sulle pagine dei quotidiani e dei media. Cambiamento climatico che interessa ogni singolo essere vivente di questo pianeta e che è riscontrato in prima persona da chi lavora direttamente a contatto con la terra. Il mondo del vino e dell’agricoltura sono i primi a riscontrare i danni dovuti a questo fenomeno di portata globale. Non tutti i grandi potenti del mondo prestano attenzione al momento particolarmente delicato e ai moniti della comunità scientifica internazionale. Non tutti. Infatti riparte esattamente da dove si era interrotta la conferenza dei big del cambiamento climatico, il “Climate Change Leadership Summit” a Porto. La prima sessione si era svolta a luglio 2018 con l’apparizione dell’ex presidente americano Barack Obama. Più che una conferenza, un impegno concreto. Dalla prima edizione del Summit è scaturito il Protocollo di Porto , un vademecum fortemente istituzionale che indica una rigida serie di best practices da adottare da parte di aziende ma anche singoli individui.
L’edizione 2019 riprende, quindi, da dove si era interrotta quella 2018 e sarà di scena dal 5 al 7 marzo 2019 a Porto nell’Alfândega Congress Center. La giornata di approfondimenti, il 7 marzo, rivolta ad un pubblico di aziende ma anche cittadini e studenti, avrà come intervento di punta quello di Al Gore, l’ex vice-presidente americano e premio Nobel, impegnato da sempre nella lotta al cambiamento climatico. Saranno presenti anche figure istituzionali come Afroz Shah, direttore del Wwf Europa e Kaj Török, Chief Sustainability Officer della catena MAX Burgers e João Matos Fernandes, Ministro portoghese dell’Ambiente.

Soluzioni per sostituire l’impiego di carbone e scoprire fonti di energia alternativa, queste sono le principali tematiche del “Climate Change Leadership Summit” che vede presente in questa edizione anche un ampio parterre di interventi dedicati all’industria vinicola, con la partecipazione di figure chiave del settore e personaggi impegnati nella lotta al cambiamento climatico direttamente in vigna.
La “conferenza per le soluzioni dell’industria vinicola” prevede un programma di tavole rotonde ed interventi che inizierà con l’approfondimento a tre, dal titolo “Le Responsabilità delle aziende vinicole verso il cambiamento climatico”, a cui parteciperanno Miguel Torres, presidente della Bodegas Torres, Margareth Henriquez, presidente di Krug (marchio tra i più prestigiosi di Champagne, e Cristina Mariani May, presidente Castello Banfi di Montalcino, azienda leader del territorio del Brunello. Il programma continua poi con altri approfondimenti che toccano più argomenti come la percezione del consumatore o l’utilizzo di acqua e la sostenibilità in vigna. Tra gli ospiti chiamati ad intervenire anche José Vouillamoz, uno dei genetisti più importanti del mondo, Linda Johnson-Bell, Ceo dell’Istituto del Cambiamento Climatico di Oxford, Antonio Amorin della Corticeira Amorim e tanti altri.
Sarà Cristina Mariani May, vertice della Castello Banfi, cantina leader di Montalcino, dunque, a rappresentare l’Italia e portare la testimonianza dell’industria vinicola italiana. “Il focus principale per il futuro” dichiara Cristina Mariani-May” è la sostenibilità. Uno dei miei obiettivi principali è lasciare ai miei figli il territorio in cui Castello Banfi opera in uno stato migliore rispetto a come lo abbiamo trovato”. Continua: “a Castello Banfi abbiamo iniziato a lavorare in modo sostenibile quando ancora non si parlava così tanto di sostenibilità. Assicurare un ecosistema bilanciato, mantenendo ed alimentando la biodiversità nella nostra tenuta, essere sempre alla ricerca di nuovi metodi per mantenere il nostro territorio in perfetta salute e i nostri vini salubri, oltre che ridurre al minimo il nostro impatto sul pianeta, sono diventati il nostro modus operandi”.
Appuntamento, dunque, a Porto, dove si scriverà una pagina importante nella storia recente dell’uomo e del vino, sperando che non rimanga solo un semplice protocollo ma un vero e proprio cambiamento. Non climatico, ma di sostenibilità.

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