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Il Giornale

La sfida dei vignaioli “resistenti” … Ecco Renitens, blend bianco di otto vini realizzati con vitigni Piwi… Nel mondo si chiamano Piwi, che è la contrazione della parola tedesca Pilzwiderstandfähig. In Italia preferiamo chiamarli “vitigni resistenti”. Sono varietà frutto di incroci tra Vitis Vinifera e altre Vitis che contribuiscono con la resistenza alle principali malattie fungine, in particolare oidio e peronospora. Ciò vuol dire che i resistenti sono vitigni che non hanno a quasi bisogno di trattamenti in vigna e rappresentano quindi la vera nuova frontiera della viticoltura sostenibile. Se ai primordi di questa nuova enologia i vini prodotti erano considerati da critici e appassionati poco interessanti, oggi i “resistenti” stanno lentamente conquistando spazi anche nei gusti dei wine lovers, soprattutto di quelli più sensibili alle gravi sfide poste dal cambiamento climatico. E que sto grazie al lavoro di personaggi come Nicola Blasi, enologo appena quarantunenne ma già carico di premi e di gloria, che nel 2016 si è trasformato in produttore con il progetto Vin de la Neu, un bianco di alta quota da uve resistenti Johanniter che nasce nella Val di Non, nella vigna di Còredo, sulle Dolomiti. Poi, quest’anno, una nuova sfida: Resistenti Nicola Biasi, una rete di otto aziende agricole in altrettanti territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino, tutte guidate da un punto di vista enologico da Blasi e con dietro produttori che hanno sposato la causa della sostenibilità e della difesa di territori differenti in altitudini e climi differenti: oltre ai Vin de la Neu, ci sono Cada Roman a Romano d’Ezzelino, ai piedi del Monte Grappa (la più grande cantina euro pea dedicata ai solo vitigni resistenti); Colle Regina a Farra di Soligo, nel cuore del Prosecco docg; Poggio Pagnan a Mel, nella Valbelluna; Della Casa a Cormons, nel Collio; Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna, sull’alta costa veronese del Garda; Villa di Modolo, nelle Dolomiti venete; Albafiorita a Latisana, nella riviera friulana. Oltre a produrre ciascuno i suoi vini, gli otto produttori hanno unito i loro sforzi nella produzione di Renitens, nato dall’assemblaggio di un vino per ogni azienda: si tratta di un bianco che non è solo “di testimonianza” ma anche di grande personalità nel calice: il bouquet è delicato ma ricco (fiori, erbe aromatiche, mandorle), la bocca fresca e corposa, con finale sapido. Resistente anche nel ricordo di chi lo beve.

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